Sanità: il PD propone una legge d'iniziativa popolare per stoppare privatizzazioni
L’intento è quello di riscrivere i principi, togliendo l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata
Il gruppo regionale lombardo del Partito Democratico annuncia la presentazione di un progetto di legge di iniziativa popolare per cambiare la sanità lombarda, e lo fa durante la prima conferenza regionale sulla sanità, dal titolo “la Salute è un diritto”, in corso oggi e domani a Milano a Palazzo Pirelli.
Una proposta di legge popolare per stoppare la privatizzazione della sanità
Il progetto di legge, composto da due articoli, è una modifica della legge regionale n. 33 del 2009, come modificata dalle riforme Maroni del 2015 e Fontana-Moratti del 2021. L’intento è quello di riscrivere i principi, togliendo l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e obbligando la Regione a fare programmazione e a governare l’offerta fornita dagli operatori privati, indirizzandoli verso le prestazioni maggiormente necessarie. Quattro i principi che vengono introdotti: universalità del servizio, centralità della prevenzione, priorità dei servizi territoriali, governo pubblico degli erogatori.
La modifica dei principi, se approvata, porterebbe con sé la necessità di modificare di conseguenza tutto il resto della legge. Il Pd ha scelto lo strumento della legge di iniziativa popolare, su cui nelle prossime settimane inizierà la raccolta firme, per forzare il Consiglio regionale, come da regolamento, ad esprimersi entro nove mesi.
Le parole di Francesco Majorino
“Io credo che a un anno dalle elezioni regionali possiamo intanto dire che Fontana e Bertolaso sono bocciati su tutta la linea perché la sanità oggi è da ricostruire – attacca il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino -. E in questi mesi abbiamo avuto solo chiacchiere, nessun tipo di atto vero, effettivo, profondo, di rilancio e ripensamento del servizio sanitario regionale, della sanità pubblica. Per questo presentiamo una legge di iniziativa popolare che mira a modificare i principi di fondo attraverso i quali si determinano le scelte in sanità a livello regionale, a partire dal tema dell'equivalenza tra pubblico e privato, tema per noi fondamentale, perché dobbiamo evitare che l'equivalenza voglia dire, praticamente, la privatizzazione strisciante. Per questo diciamo che occorre cancellare il termine equivalenza e sostituirlo con integrazione”.
“Un primo obiettivo – aggiunge il consigliere regionale dem Samuele Astuti - è costruire il centro unico di prenotazione per la gestione delle liste d'attesa entro dodici mesi e non entro tre anni come pensano di fare Fontana e Bertolaso, mettendo un vincolo: il privato che non sta nel Centro unico di prenotazioni non riceve risorse pubbliche a nessun livello. Un vincolo sancito per legge e non solo a parole, perché di quelle ne abbiamo sentite già abbastanza. La nostra legge di iniziativa popolare, inoltre, mira a riorganizzare la dimensione territoriale dei servizi, perché non abbiamo la possibilità di promuovere buone ed efficaci politiche riguardanti la salute se non irrobustiamo una rete territoriale che va molto oltre gli ospedali. È una sfida che lanciamo a chi governa la Regione a essere coraggiosi e a cambiare ciò che palesemente non funziona”.