Prof accoltellata a Varese, l'accusa per il 17enne è di tentato omicidio
La docente, operata d'urgenza al Circolo, sarebbe fuori pericolo. Il ministro Valditara: "Lo Stato dovrà costituirsi parte civile"
Il 17enne arrestato questa mattina a Varese dopo aver accoltellato una docente dell'ENAIP è stato condotto in un istituto penale per minorenni. L'accusa è di tentato omicidio.
Prof accoltellata, 17enne arrestato
Non lesioni aggravate, come da prime ipotesi, ma la ben più grave fattispecie del tentato omicidio. E' con quest'ultima accusa che il 17enne che questa mattina ha colpito con tre coltellate una professoressa dell'ENAIP di Varese è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato.
L'aggressione era avvenuta nell'atrio dell'istituto, davanti a compagni di scuola e docenti. Come ricostruito dagli operatori della Questura anche grazie all'ascolto di diversi testimoni, il 17enne, affetto da problemi psichici, ha utilizzato un coltello a serramanico colpendo la vittima in diverse parti della schiena. Non è chiaro, al momento, il motivo del gesto.
Il Ministro Valditara: "Lo Stato sarà parte civile"
Subito dopo i fatti, il Ministro all'Istruzione e al Merito Giuseppe Valditara era intervenuto con una nota:
"Esprimo la mia personale solidarietà e vicinanza alla docente di Varese accoltellata da uno studente questa mattina. Dopo questa ennesima, gravissima aggressione nei confronti di un insegnante, ribadisco l’impegno mio e del governo: i docenti e tutto il personale scolastico non saranno lasciati soli, tuteleremo la loro dignità professionale e la loro incolumità. Lo Stato, oltre a garantire la tutela legale, dovrà costituirsi parte civile per il danno di immagine arrecato con questa aggressione, perché chi aggredisce un suo docente ha aggredito lo Stato stesso e ne deve rispondere. Nel caso di minori, dovranno essere i genitori a farsene carico, in base a quella responsabilità educativa che ricade sui genitori, così come prevede il nostro ordinamento. È urgente che il Parlamento approvi quanto prima il disegno di legge del governo sul voto in condotta. Una riforma che abbiamo fortemente voluto per ridare peso al comportamento degli studenti nella valutazione complessiva e rendere obbligatorie le attività di solidarietà sociale per chi compie atti illeciti. È necessario che si ripristini il valore del rispetto e che lo studente sia indotto a riflettere in modo concreto sui doveri che discendono dal suo appartenere alla comunità".