Accusato di abusi dal fratello a Le Iene, lo denuncia per diffamazione: "Mi ha distrutto la vita"
Tutta Castiglione vedendo quei nove minuti di servizio aveva riconosciuto il fratello intervistato e che le accuse si riferivano a lui. "Sono solo falsità, non ho mai abusato di mio fratello"
Nove minuti di servizio e, in quelli, pochi secondi di parole e di immagini: tanto era bastato, nel 2018, per distruggergli la vita, per fare di lui "l’orco" che, da giovane, avrebbe abusato del fratello. E ora lui, il 52enne Luca Pioppi, è pronto a chiedere un risarcimento per tutte le conseguenze di quei pochi minuti che, da un momento all’altro, avevano cambiato tutto. Imputato nel procedimento per diffamazione in Tribunale a Varese c’è il fratello, Marco, che di quel servizio de Le Iene dal titolo "Un’infanzia segnata da abusi terribili" era stato protagonista.
L'accusa di abusi a Le Iene
L’uomo aveva raccontato di aver subito da piccolo violenze sessuali da parte del parroco, del fratello e di uno zio.
"Mio fratello - raccontava intervistato dall’inviata Nadia Toffa - sapeva cosa mi succedeva dal parroco e l’ha usato come ricatto per compiere anche lui altri abusi... Si è ripetuto più di una volta, nel momento in cui i miei genitori erano a lavorare. Iniziava come un gioco, lui nudo sul letto e io dovevo strusciarmi su di lui a suo piacere. In casa si faceva finta di niente, era stato un gioco".
I ricordi dei (presunti) abusi sarebbero rimasti sepolti nella memoria, "nascosti" per un meccanismo di protezione da quel trauma, per poi riaffiorare da adulto, oltre trent’anni dopo, e facendo aprire un procedimento canonico a carico di quel parroco, finito con l’assoluzione del sacerdote. Per quanto riguarda gli altri presunti fatti sui quali nessun Tribunale si era mai potuto esprimere, il pubblico, come sempre, aveva subito deciso la sentenza: colpevole.
Il riconoscimento e l'inizio dell'incubo
Sarebbe potuta finire lì, e per gli spettatori di quasi tutt’Italia così era stato. Non per tutti, non a Castiglione Olona e a Cuasso al Monte dov’erano stati in tanti a identificare dal mezzo volto non oscurato dell’intervistato e nella sua voce, non alterata, proprio Marco Pioppi, e nel paese dell’Alto Varesotto, a riconoscere facciata di casa e cassetta delle lettere del fratello accusato di abusi, Luca. E la voce era subito corsa ovunque in paese. La sera del servizio, ha ricordato Luca in aula a Varese, era alla recita della figlia: "Mia moglie aveva ricevuto due telefonate: 'C’è tuo cognato alle Iene'. Quando sono tornato a casa, ho guardato la puntata".
"Voleva farmi male"
"Avevamo un buon rapporto, come tutti i fratelli. Le mie figlie andavano a casa da lui, e per un periodo avevamo anche lavorato assieme - racconta Luca - Mi aveva parlato degli abusi da parte del prete e dello zio, poi nel servizio mi ha tirato dentro. E’ stato un fulmine a ciel sereno. Non so per quale motivo, ma ha voluto farmi male. Dopo il servizio aveva pubblicato le foto con Toffa e condiviso il video del servizio sul gruppo Facebook di Castiglione, poi aveva aperto una raccolta fondi online per raccontare la sua storia, con nome, cognome e foto".
Le conseguenze erano state tremende.
"Mi ha distrutto la vita - ha rimarcato in aula - Ho ricevuto lettere in cui mi davano del pedofilo, mi hanno dato fuoco al giardino, ho dovuto cambiare casa due volte, preoccupato per l’incolumità dei miei figli".
Episodi continuati per anni, con conseguenze che perdurano ancora. "Ricordo che una volta mia figlia era tornata a casa da scuola con scritto sulla cartella 'padre pedofilo' - racconta - Mi sono trasferito una prima volta dopo lettere anonime, minacce e il giardino incendiato, ma le lettere continuavano ad arrivare, così ci siamo spostati di nuovo, senza dire a nessuno dove. Ci ha sconvolto la vita, sono arrivato anche a tentare il suicidio, ma per fortuna i soccorsi sono intervenuti in tempo".
La denuncia per diffamazione
Dopo il video, la denuncia di Luca al fratello per diffamazione, e anche da parte dei genitori tirati in causa nel servizio (in particolare la madre che avrebbe saputo tutto, ma avrebbe "scelto il fratello anziché il figlio"), poi la richiesta di archiviazione con l’opposizione dei querelanti e infine, lo scorso maggio, il ritiro della querela da parte dei genitori, riappacificatisi col figlio. Ma il fratello maggiore, invece, non ha voluto fermarsi e mercoledì scorso ha testimoniato in aula, respingendo nuovamente (lo aveva già fatto, nel 2018, da queste pagine) in toto le accuse mosse dal servizio de Le Iene e dal fratello di averlo molestato da piccolo.
"Non ho mai abusato di mio fratello", ha ripetuto con forza.
"Il parroco ha avuto la possibilità di andare a processo per quelle accuse, di essere assolto e tornare alla sua normale vita. Io no, e l’unica giustizia che posso avere è questa, che il Tribunale dichiari che sono stato diffamato".
A giugno e a luglio le prossime udienze, in cui saranno ascoltati i testi della parte civile e della difesa, e l’imputato. Poi, la sentenza.