La 17enne Alice Castelli dai banchi di scuola allo studio di regia
Oltre alla regista, anche un cast giovanissimo per un film che racconta un legame fra nonno e nipote, ma anche il mondo della malattia
Al Cinema teatro nuovo di Abbiate Guazzone a Tradate è stato proiettato "Manca la fine", primo lungometraggio della giovanissima regista Alice Castelli, di 17 anni.
Dal lutto a una pellicola di riflessione
Un dialogo impossibile tra passato e presente, tra chi inizia a percorre con slancio il cammino della vita e chi invece lo ha appena concluso.
Sono questi gli ingredienti di "Manca la fine", primo lungometraggio della giovane regista Alice Castelli, 17 anni appena, che è riuscita a trasformare un grande dolore privato (quello per la per la perdita dell’amato nonno) in un’occasione di riflessione e sensibilizzazione sul tema della malattia e su quello del rapporto tra generazioni. La "prima" del film si è svolta il 9 novembre al Cine-teatro Nuovo di Abbiate Guazzone, davanti a una sala pinea con circa 400 spettatori.
Un anno di lavoro
Nonostante la giovane età della regista e degli attori (tutti ragazzi tra i 16 e i 18 anni), il progetto ha alle spalle una genesi piuttosto lunga: per realizzarlo c’è infatti voluto circa un anno di lavoro tra scrittura del copione, casting, riprese e montaggio. Spiega la regista:
"Le riprese ci hanno tenuto occupate quasi tutte le domeniche da gennaio a giugno, poi sono serviti altri quattro mesi per completare il montaggio: ho voluto prendermi il tempo necessario per curare tutto nei dettagli".
Un viaggio nella memoria e nella malattia
"Avevo già sperimentato il potente canale di espressione della macchina da ripresa, realizzando due cortometraggi - continua - Questa volta però avevo in mente un lavoro più complesso: sentivo infatti il bisogno di raccontare il legame speciale che legava me al mio nonno, ma anche tutto quello che è il mondo della malattia. Mio nonno era infatti affetto da due malattie neurodegenerative, il Parkinson e la demenza senile, che a poco a poco hanno fatto sbiadire tanti momenti importanti dalla sua memoria".
E proprio come un viaggio nella memoria è pensato il film, che fa largo uso della tecnica del flashback per consentire al personaggio del nonno di entrare in contatto con tutte le persone che hanno fatto parte della sua vita.
Un cast nato fra i banchi di scuola
La bravura di Castelli è stata anche quella di radunare attorno al suo progetto altri nove ragazzi di talento, qualcuno conosciuto al laboratorio di teatro della compagnia Oplà, altri ancora gravitanti attorno al mondo del Curie o degli altri istituti del territorio: Davide, Marcello, Clara, Artemisia, Alessandro, Monica, Matilde, Emanuele, Eleonora ed Elijah.
L’entusiasmo di questi ragazzi è riuscito a contagiare davvero tutti. Lo stesso liceo Curie ha voluto supportare il lavoro della studentessa e dei suoi compagni diffondendo tra gli studenti la data della proiezione e invitandoli a partecipare alla prima del film. Il resto lo hanno fatto i ragazzi, ma anche tanti adulti, riempiendo tutti i 400 posti del cinema abbiatese.