Inceneritore Accam: i 5 Stelle denunciano "presunte irregolarità"
Sotto la lente la gestione degli esercizi dal 2014 al 2017.
Inceneritore Accam, il Movimento 5 stelle presenta un esposto in merito a presunte irregolarità nella gestione degli esercizi dal 2014 al 2017.
Inceneritore Accam, un esposto per approfondire le scelte gestionali
“Il Movimento 5 stelle continua a tenere la guardia alta sull’inceneritore Accam di Borsano. Oltre a dare battaglia sull’ipotesi di far slittare al 2027 lo spegnimento dell’impianto, i pentastellati infatti hanno presentato un esposto alla Procura contabile della Corte dei conti di Milano per approfondire le scelte gestionali della società e verificare l’effettiva correttezza dei bilanci, accertando eventuali responsabilità per danno erariale. “Lo scorso 28 settembre – scrivono i parlamentari del M5s Riccardo Olgiati e Niccolò Invidia in una nota stampa – si è tenuta una manifestazione a Busto Arsizio per gridare il nostro disappunto in ordine alle scelte gestionali di Accam, tra le quali il prolungamento delle attività dell’inceneritore sino al 2027, iniziativa di piazza supportata dalla presenza dei sottoscritti portavoce M5s alla Camera Invidia e Olgiati, quello al Senato Gianluigi Paragone e in Regione Lombardia Roberto Cenc
“Oltre il 90% del capitale sociale è andato perduto”
“E’ bene ricordare – proseguono Invidia e Olgiati – che la società Accam gestisce l’impianto di incenerimento sito in Busto Arsizio quale società ‘in house’ che garantisce lo smaltimento rifiuti ai 27 Comuni soci, i quali, con decisioni prese a maggioranza, stanno conducendo la società in una situazione difficilmente reversibile. Negli ultimi tre anni è cambiato due volte il cda della stessa, e oltre il 90% del capitale sociale è andato perduto, nonostante, secondo chi la amministra, i piani industriali assunti avrebbero dovuto riportare i bilanci della società fuori dal preoccupante stato in cui da tempo si è venuta a trovare. Aspettative di risanamento evidentemente disattese e che, vista la perdurante situazione di crisi, hanno portato a condividere la necessità di cessare le attività dell’impianto”.
Lo slittamento della chiusura dell’impianto
“I Comuni soci – affermano i parlamentari pentastellati della zona – hanno dapprima favorevolmente condiviso un piano industriale che prevedeva la chiusura dell’impianto entro la fine del 2017 – poi prorogata sino al 2021 – e in progetto di un’ulteriore e ingiustificato prolungamento sino al 2027 senza, a nostro parere, le necessarie coperture finanziarie. Un piano industriale rivelatosi fallimentare nel tentativo di rilancio che falli già nel 2014 e che è fallito anche con il secondo tentativo di risanamento nel 2016. Far risultare i bilanci in positivo sulla carta non ha dato gli esiti sperati, anzi, dall’analisi che abbiamo commissionato ai nostri tecnici si sono delineate delle evidenze che hanno reso necessario informare la competente Procura della Corte dei conti affinché si esprima in ordine alla sussistenza o meno di eventuali responsabilità“.