Dopo 26 anni si "scopre" invalido per la patente: "Non mi hanno fatto alcun test, farò ricorso"
"A Como mi erano stati fatti fare test accurati e non mi era stata data alcuna prescrizione, a Varese si sono basati unicamente su una carta di oltre 25 anni fa"
Un semplice controllo di routine, quello per il rinnovo della patente, che si trasforma in una vera e propria Odissea per Andrea Greco, insegnante di scuola primaria e artista.
Al rinnovo della patente, l'obbligo di cambio automatico
L'Odissea del tradatese Andrea Greco è legata all'obbligo di guidare solo auto dotate di cambio automatico dovuto a un'invalidità stabilita dalla commissione medica di Varese. Un obbligo che, però, è arrivato dopo 26 anni di patente e di guida senza alcun problema o prescrizione, nonostante i precedenti passaggi negli anni da un'altra commissione medica, quella di Como, di riferimento fino a quando nel 2016 non si è trasferito da Mozzate a Tradate.
Un documento di 30 anni fa
"Il problema nasce da un documento - racconta Greco - datato 1995, che è servito a mettere in discussione la mia capacità di guida, senza che la commissione medica di riferimento (quella dell’ASST Sette Laghi, ndr) si accertasse della mia effettiva capacità motoria attraverso test e strumentazioni adeguate".
La storia medica
E’ lui stesso a ripercorrere i fatti, partendo dall’inizio.
"Sono nato con un problema congenito alla gamba e all’occhio sinistro, ma grazie ad una serie di cure ed operazioni chirurgiche affrontate fin da ragazzo il problema alla gamba è del tutto rientrato, tanto che quando 26 anni fa ho conseguito l’esame per la patente di guida ho utilizzato un mezzo con cambio manuale e non automatico. Avendo vissuto anni e anni a Mozzate, ho sempre rinnovato la patente presso l’ATS di Como. Dopo aver effettuato degli esami con degli specifici test per accertare la funzionalità della mia gamba, i medici della commissione mi hanno sempre valutato per il problema all’occhio e mai per quello alla gamba, in quanto giudicato irrilevante ai fini della guida".
Il rinnovo e la visita a Varese
Tutto questo fino al 2016, quando Greco e la sua famiglia si trasferiscono a Tradate, passando dunque dalla provincia di Como a quella di Varese.
"A maggio di quest’anno mi reco all’ATS di Tradate per avviare la procedura di rinnovo della patente e mi viene dato appuntamento per il 27 settembre. Il giorno dell’appuntamento la dottoressa mi blocca subito perché nei loro database risulta un modulo di richiesta di invalidità del 1995. Si tratta di un documento compilato da ragazzo in vista di una serie di operazioni alla gamba che avrebbero comportato spese molto costose: all’epoca avevo fatto la richiesta perché, a differenza delle altre regioni, la Regione Lombardia non faceva dedurre neanche le spese delle garze. Mi era allora stato riconosciuto lo stato di invalidità al 66% che a seguito delle varie operazioni si è ridotto notevolmente, fino a diventare irrilevante, tant’è che non ho mai più rinnovato il documento di invalidità, nè ho mai fatto presente questa mia situazione per ottenere agevolazioni di alcun tipo. Da allora, insomma, ho proseguito la mia vita senza essere più condizionato da questo problema".
A quel punto, come indicato dalla dottoressa, Greco si sposta a Varese alla commissione medica per le Patenti, all’ospedale di Circolo. Lì, ritrova la dottoressa insieme a un ingegnere, un medico ("che non si qualifica", precisa) e due aiutanti. Per prima cosa, viene sottoposto all'esame della vista. Superato. Poi sono passati alle domande sulla gamba.
"Cerco di spiegare la situazione ma capisco subito che le mie parole non vengono prese in considerazione - ricorda l'insegnante - L’infermiere mi sottopone a delle prove di forza del quadricipite che supero perfettamente. Nonostante questo e nonostante non vi siano strumenti idonei a misurare il carico della gamba e della caviglia su un eventuale pedale, mi viene ribadita la necessità della guida con cambio automatico. A differenza con la commissione medica di Como, che mi aveva fatto svolgere dei test accurati, a Varese non mi è stato neanche chiesto di abbassare o alzare i pantaloni, dunque mi chiedo su che basi abbiano valutato la muscolatura. Adesso mi chiedo: può una commissione medica con così grandi responsabilità condizionare la vita di una persona senza basandosi su carte di più di 25 anni fa senza visitare minimamente? Andrò in fondo a questa cosa".