La stagione del Teatro Giuditta Pasta si apre con "Karamazov"
Ricomincia il “rito” del teatro, quello delle luci che si abbassano sul fruscio delle voci del pubblico presente
Si aprirà con «Le memorie di Ivan Karamazov» la stagione teatrale del Teatro Giuditta Pasta di Saronno il 24 ottobre interpretato da Umberto Orsini.
La stagione del Giuditta Pasta si apre con Karamazov
Ricomincia il “rito” del teatro, quello delle luci che si abbassano sul fruscio delle voci del pubblico presente, di quell’impercettibile momento di attesa tra il buio e l’apertura del sipario, delle luci che si accendono su quel grande attore che è Umberto Orsini che veste i panni del controverso personaggio dell’immortale romanzo di Dostoevskij.
È quasi mezzo secolo che Orsini conosce il signor Ivan Karamazov. Dopo l’indimenticabile sceneggiato televisivo diretto da Bolchi nel 1969 con un cast stellare (Salvo Randone, Lea massari, Corrado Pani per citarne alcuni) e dopo la messa in scena de “La leggenda del grande inquisitore” nel 2014, questo nuovo Karamazov è per Orsini l'occasione di confrontarsi impavidamente con la complessità del personaggio più controverso e tormentato dell’intera epopea letteraria: Ivan Karamazov, il libero pensatore che teorizza l’amoralità del mondo e conduce forse consapevolmente all’omicidio l’assassino di suo padre, ma anche Ivan Karamazov, colpevole e innocente insieme che torna a parlare come un uomo ormai maturo che sente di non aver esaurito il suo compito, che sente il suo personaggio romanzesco troppo limitato per esprimere la complessità del suo pensiero e chiarire le esatte dinamiche dei “delitti” e dei castighi”… E così si confessa e cerca di raccontare la sua storia. Compila le sue memorie e tenta di fare luce sui propri sentimenti e sulla propria filosofia, provandosi a svelarne le implicazioni criminali in un vero e proprio thriller psicologico e morale il cui più alto vertice resta l’immaginario poema di Ivan che narra del confronto metaforico tra un Cristo ritornato sulla terra e un vecchio inquisitore che crede che Egli si meriti il rogo.
L'interpretazione di Orsini
Nella ricchezza d’un linguaggio penetrante quanto immediato e nell’avvicendarsi degli stati psicologici d’un personaggio “amletico” e imprendibile, Umberto Orsini è il grande protagonista d’un inedito viaggio nell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni (la morte del padre, l’esasperato vitalismo, l’incontro con il diavolo…) precipitando Ivan Karamazov nel suo personale “sottosuolo” dal quale egli compone delle allucinate eppure lucidissime memorie, quarant’anni dopo le vicende del romanzo di Dostoevskij.
L’attore, accompagnato da una musica in stringente e fervido dialogo emotivo con le parole ch’egli pronuncia, dà luogo ad una straziata e commovente confessione a tu per tu con sé stesso e con i propri fantasmi, a metà tra la finzione letteraria e il “pirandelliano” dissidio con un personaggio in cui ritrova le espressioni più oscure del proprio “io”.
Alle 19.30, prima del “chi è di scena”, il Direttore Artistico del Teatro Giuditta Pasta e regista Andrea Chiodi, incontrerà il pubblico per dialogare attorno alJMK