Sanità

Ospedale di Saronno, comitato preoccupato: "Cosa succederà ad agosto?"

I timori: "C'è il rischio che il reparto di Rianimazione e Anestesia chiuda per qualche giorno e non può accadere".

Ospedale di Saronno, comitato preoccupato: "Cosa succederà ad agosto?"
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Ospedale di Saronno, il Comitato "Il Saronnese per  l'ospedale e la sanità pubblica" torna a esprimere la sua preoccupazione per i turni nel mese di agosto che, tra strutturale carenza di personale e ferie estive di medici e infermieri, rischiano davvero di saltare a danno dei paziente.

Ospedale di Saronno, comitato preoccupato: "Cosa succederà ad agosto?"

Il mese di luglio dell’ospedale saronnese è trascorso all’insegna della ricerca di “rattoppi” di personale per tappare le falle nel reparto di Anestesia e Rianimazione, compreso l’utilizzo del personale dimissionario. Il mese di agosto vedrà l’unica unità strutturata di personale andare in ferie e quindi un numero ancora più alto di turni da far coprire a cooperative private e liberi professionisti a gettone, i quali peraltro sono a loro volta in periodo di ferie e quindi di minore disponibilità di personale. C’è il rischio concreto che il reparto – dove nemmeno ci sono più i 2 letti di “stabilizzazione” dei pazienti, trasferiti in Unità Coronarica - possa chiudere per alcuni giorni: questo non deve succedere, né ora né mai!

"La convenzione con la cooperativa non basta"

Ci chiediamo quindi se davvero basterà la firma (del 31 luglio scorso) di una convenzione con la cooperativa privata CMP per “integrare a n. 30 turni notturni mensili di n.12 ore (20.00 - 8.00) per il periodo dal 01.06.2023 al 30.09.2023, a supporto della linea di attività 1, per un importo complessivo pari a € 250.740,00 (IVA esente)”. Qualcosa in più di un rattoppo, ma pur sempre una costosissima (300000 Euro dei contribuenti) soluzione “tampone” di tipo privatistico che non possiamo considerare definitiva.  Una situazione del genere, tuttavia, non sembra preoccupare le autorità preposte alla salute pubblica. Inutile persino parlare del direttore generale dell’Asst, Eugenio Porfido, che non si perita di rispondere ai quesiti sul futuro della sanità pubblica che – dopo le mancate risposte nel Consiglio Comunale Aperto del 15 maggio – gli abbiamo riproposto in forma aggiornata, protocollandole nella sua segreteria ben più di 30 giorni fa. Diversamente dalla direttrice dell’Ospedale saronnese, che perlomeno rispose ai cittadini.

Comitato contro il sindaco Airoldi

Altrettanto sconcertante è il comportamento del sindaco di Saronno, Augusto Airoldi, che fino a oggi non ha dato segni di volere interloquire con i cittadini organizzati nel comitato “Il Saronnese per l’Ospedale e la sanità pubblica”. Sono ormai passati più di due mesi da quando abbiamo protocollato le nostre richieste e – nonostante la risposta fosse dovuta entro 30 giorni – nessun segnale è arrivato da Piazza della Repubblica nemmeno dopo che, una decina di giorni fa, il comitato ha depositato nuovamente i quesiti al protocollo, accompagnati da una richiesta di incontro urgente, vista la complicata situazione di agosto dell’Ospedale. Un silenzio assordante, quello del responsabile della salute pubblica sul territorio di Saronno, che tenteremo di superare anche con la presentazione di un’interpellanza da parte di alcuni consiglieri comunali, al fine di conoscere le reali intenzioni di questa amministrazione comunale: continuare ad aspettare di verificare a settembre gli obiettivi del “Piano di rinnovo” dall’assessore di centrodestra Bertolaso, oppure dare una spinta in avanti a una risposta pubblica (niente privati, niente fondazioni) per l’Ospedale di Saronno? Ai cittadini, che a centinaia hanno dimostrato la loro preoccupazione per la sanità pubblica di questo territorio visitando il presidio permanente da fine giugno a fine luglio davanti all’ingresso dell’Ospedale, rivolgiamo l’appello a prepararsi per le mobilitazioni che caratterizzeranno i mesi di settembre e ottobre. In attesa della partenza dello sportello popolare “SOS liste d’attesa” che vedrà la luce anche a Saronno (come in altre otto località della provincia di Varese) proprio in quel periodo, organizzato dal basso da cittadine e cittadini - anche del comitato - per evitare il ricorso alla sanità privata quando la prescrizione dei tempi e dei luoghi di svolgimento di visite ed esami clinici non venga rispettata dai CUP locali e regionali.

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