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Patologie dell'apparato digerente: avviata una nuova attività ecoendoscopica

L’ecoendoscopia è considerata una metodica di alta specializzazione nella gestione della patologia epato-gastroenterologica

Patologie dell'apparato digerente: avviata una nuova attività ecoendoscopica
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Avviata una nuova attività di ecoendoscopia diagnostica e interventistica per lo studio delle patologie dell'apparato digerente da parte dell’unità di Gastroenterologia generale e multimodale dell’ospedale Sant’Anna di Como.

Patologie dell'apparato digerente

La stadiazione delle patologie dell'apparato digerente e, in particolare, della regione bilio-pancreatica, svolge un ruolo sempre più importante per poter riconoscere precocemente lesioni neoplastiche e, quindi, poter indirizzare il paziente nel modo più tempestivo al trattamento più adeguato.

In Asst Lariana i processi e l’approccio dei pazienti con patologie neoplastiche, in particolare del pancreas e del settore epato-biliare, prevedono la centralità del paziente per il quale le scelte terapeutiche vengono discusse ed approvate da tutti gli specialisti coinvolti (oncologo, radiologo, endoscopista, chirurgo, anatomopatologo). “Si tratta di un ulteriore tassello dell’implementazione delle attività promosse da Asst Lariana” sottolineano il direttore generale Fabio Banfi e il direttore sanitario Brunella Mazzei.

“Nell’unità operativa di Gastroenterologia Generale e Multimodale all’ospedale Sant’Anna - sottolinea il responsabile, il dottor Gian Marco Ideo - è stata avviata l’ecoendoscopia diagnostica e interventistica, una nuova attività diagnostico-terapeutica per lo studio e il trattamento delle patologie benigne e maligne dell'apparato digerente. Questa nuova attività è stata resa possibile grazie all’arrivo del dottor Gianni Santo Mezzi, referente della stessa area specialistica”.

Lo studio delle patologie

Questa procedura, grazie ad una sonda ad ultrasuoni posizionata all’estremità dell’endoscopio, consente di studiare le pareti dei visceri e gli organi circostanti. Le indicazioni principali sono rivolte alla valutazione delle lesioni localizzate nel pancreas, nelle vie biliari e nell’apparato digerente; rappresenta, infatti, un’evoluzione della tradizionale ecografia, permettendo di ottenere immagini dinamiche, direttamente all’interno degli organi cavi (esofago, stomaco, duodeno, retto) con maggiore risoluzione e accuratezza oltre a poter effettuare, se necessario, biopsie mirate sulla lesione in studio per la valutazione istologica.

L’ecoendoscopia è considerata una metodica di alta specializzazione nella gestione della patologia epato-gastroenterologica.

L'esame, erogato tramite il SSN, può essere prenotato mediante impegnativa del proprio medico di medicina generale o dello apecialista, previa visione di altri esami propedeutici (ad esempio, esami endoscopici e radiologici). Si effettua in regime ambulatoriale o in ricovero ospedaliero in sedazione cosciente, attraverso la somministrazione endovenosa di farmaci; in alcuni casi, sulla base delle condizioni cliniche del paziente o della complessità della procedura, può essere indicata una sedazione profonda con assistenza anestesiologica.

Il tumore al pancreas

Il tumore del pancreas è la quarta principale causa di morte per cancro, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni che si aggira solo intorno al 10%; secondo i dati più recenti, nel 2022 sono stati stimati 14.500 nuovi casi in Italia. Il tasso di mortalità non si è modificato in modo significativo negli ultimi anni e quello del pancreas si attesta come il tumore con la minor sopravvivenza sia a un anno dalla diagnosi (34 per cento nell’uomo e 37,4 per cento nella donna) che a cinque anni (11 per cento nell’uomo e 12 per cento nella donna). Le persone più a rischio sono quelle che rientrano nella fascia d'età compresa tra i 50 e gli 80 anni: il tumore del pancreas è infatti molto raro tra chi ha meno di 40 anni. I fumatori hanno un rischio che è circa doppio rispetto a chi non ha mai fumato. Il rischio di sviluppare un tumore del pancreas aumenta anche in presenza di mutazioni in specifici geni (familiarità neoplasia della mammella e dell’ovaio, o sindrome da melanoma familiare con nevi multipli atipici), pancreatite familiare, sindrome di Lynch e sindrome di Peutz-Jeghers. Si sospetta che l’abuso di alcol e caffè possa favorire lo sviluppo del tumore e che il rischio aumenti anche con la sedentarietà e le esposizioni professionali ad alcuni solventi di uso industriale e agricolo o a derivati della lavorazione del petrolio. Esiste inoltre un chiaro legame con l’obesità. La presenza in famiglia di casi di tumore del pancreas o della mammella o del colon costituisce un fattore di rischio aggiuntivo, in genere riconducibile a specifiche mutazioni genetiche ereditarie, che hanno un ruolo importante nello sviluppo della neoplasia.

Il tumore del pancreas in fase precoce non dà segni particolari e, anche quando sono presenti, si tratta di disturbi piuttosto vaghi. Per questi motivi la diagnosi spesso arriva quando la malattia è già in stadio avanzato, quando compaiono sintomi più evidenti (calo ponderale, ittero, diabete, dolore addominale superiore, nausea, vomito). È difficile consigliare una prevenzione efficace, dato che non tutte le cause del tumore del pancreas sono note. Le persone che hanno altri casi di tumore del pancreas in famiglia possono sottoporsi a controlli periodici sulla funzionalità del pancreas, del fegato e dell'intestino, soprattutto dopo i 50 anni. Una volta diagnosticato, il trattamento del tumore del pancreas può prevedere chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie palliative, anche per la gestione dei sintomi, spesso tutte insieme.

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