Tradate, anziana truffata dal (finto) figlio del comandante

Ancora una volta a segno. La truffa dell’acqua contaminata ha colpito ancora a Tradate nella mattinata di venerdì 3 marzo.

Truffata dal finto figlio del comandante

Vittima un’anziana residente in via Bianchi, derubata come tante altre di gioielli e ricordi di una vita. Questa volta, però, il truffatore non si è finto un addetto di Alfa, del Comune o di qualche società. Ma come il figlio del comandante della Polizia locale Claudio Zuanon.

"Si è presentato così - racconta la figlia della donna - e le ha detto che aveva appena parlato con me, facendo il mio nome e dicendo di dover controllare l’acqua. Lei, dubbiosa, è andata a prendere il telefono per chiamarmi e lui ne ha approfittato per aprire l’acqua del rubinetto".

Il copione, poi, è stato lo stesso di sempre, già sentito innumerevoli volte: aprendo il rubinetto ha spruzzato una sostanza dal forte odore, acre, e ha invitato la vittima ad annusare; a quel punto facendo leva sulla preoccupazione instillata nell’anziana (e sull’effetto intontente della sostanza spruzzata nel lavello), l’ha convinta a riporre gioielli, preziosi e portafogli nel frigorifero per poi arraffarli e fuggire.

Poi il finto "figlio del comandante" si è dileguato, fuggendo lungo la via in direzione di Lonate Ceppino dove ha abbandonato il portafoglio svuotato dei contanti.

"E’ stato tutto rapidissimo - prosegue la figlia - e solo dopo un paio d’ore mia mamma è riuscita a ricostruire quello che era successo. Sicuramente ci curava e ha studiato mia mamma e la nostra famiglia, dato che sul campanello non c’è nemmeno il mio nome".

E come sempre, al danno economico del furto si aggiunge quello emotivo e psicologico:

"Al di la del valore degli oggetti rubati, ha portato via dei ricordi - conclude la figlia - e ha lacito un senso di colpa fortissimo in mia mamma per essere caduta nella suo inganno".