I numeri di un anno di screening per il tumore alla cervice uterina all'Asst Sette Laghi
80mila donne invitate allo screening ogni anno, quasi 800 casi a rischio individuati e trattati per tempo
Il Laboratorio di Anatomia patologica di ASST Sette Laghi è uno dei 5 individuati da Regione Lombardia per analizzare i campioni del programma di screening del tumore della cervice uterina.
Tumore alla cervice uterina, i numeri di un anno di screening
In particolare, vengono inviati alla struttura guidata dal Prof. Fausto Sessa tutti i campioni prelevati nei centri di ASST Sette Laghi, ASST Valle Olona e ASST Lariana: circa 17.500 da quando, nel gennaio scorso, il programma del nuovo screening è partito, di cui più di 13.000 test molecolari per la ricerca di HPV.
Una metodica innovativa
Infatti, lo screening viene eseguito con la metodica innovativa del prelievo in fase liquida: lo stesso campione è idoneo sia per l’esecuzione di esami citologici, sia per la ricerca di HPV DNA con metodica di biologia molecolare, accorciando i tempi di risposta e di avvio alla terapia per le pazienti.
Per le donne che rientrano nella coorte tra i 25 e i 33 anni, lo screening prevede l'esecuzione dell'esame citologico, ovvero il pap test in strato sottile, e, se questo risulta positivo ad alterazioni cellulari, la donna viene inviata alla colposcopia. In caso di lesioni indeterminate si procede con l'esame molecolare per rilevare la presenza dell'HPV DNA e screenare chi potrebbe beneficiare di una precoce valutazione poiché portatrice di infezione.
Viceversa, per le donne che hanno compiuto i 33 anni, si procede prima all'esecuzione dell'esame molecolare per la ricerca del virus, e poi, in caso di positività, ad esame citologico per individuare eventuali lesioni che la persistenza del virus possa aver causato.
Dati i diversi protocolli, in caso di negatività, sono differenti anche i tempi per la ripetizione, in accordo con i più recenti dati riportati dalla letteratura scientifica: per le donne più giovani, l'esame viene ripetuto ogni tre anni, per le over 33 anni, ogni cinque.
Quasi 800 casi prevenuti
Il primo anno di attività ha consentito di individuare lesioni precancerose in 378 donne, che sono state sottoposte a colposcopia in tempi rapidi ed inserite così in un percorso di cura. Circa 400 pazienti in assenza di lesioni precancerosa sono venute a conoscenza grazie allo screening di una positività asintomatica per HPV e sono state inserite in protocolli di prevenzione, come previsto dalle linee guida.
Ma la campagna è solo agli inizi e queste cifre sono solo iniziali.
Il nuovo anno è partito infatti con un marcato incremento dello screening con un aumento del 100% di test effettuati.
Il tumore della cervice uterina è ancora la 5° neoplasia per frequenza in Italia nel sesso femminile sotto i 50 anni, con una sopravvivenza del 68% alla diagnosi.
80mila donne invitate ogni anno
"ATS ha pianificato l'invio dell'invito a sottoporsi a questo screening a 80mila donne ogni anno - spiega il Prof. Fausto Sessa - che significa che in 5 anni tutte le donne con un'età compresa tra i 25 e i 64 anni residenti nelle province di Varese e Como saranno chiamate. Si stima che fino all’80%
delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della vita. In particolare, l'HPV 16 e 18 sono responsabili del 70% dei casi associati al cervico-carcinoma e, includendo gli altri virotipi HR, si copre il 90% dei tumori alla cervice. Di queste infezioni da HPV, il 60-90%, si risolve
spontaneamente entro i 12-24 mesi dal contagio. Perché si determini una lesione pre-tumorale e si sviluppi il carcinoma, l’infezione deve persistere nel tempo - aggiunge Sessa - Si stima che il tempo che intercorre tra l' infezione e l'insorgenza delle lesioni precancerose è di circa 5 anni”.
L’adesione allo screening consente proprio l’individuazione di queste lesioni precoci e l’inquadramento all’interno di opportuni percorsi diagnostico terapeutici per le pazienti coinvolte.
Non solo l'utero
L’HPV è coinvolto però anche nella genesi di diversi altri tumori in particolare del cavo orale, del naso della regione anale. In queste sedi il tumore da origine generalmente a carcinomi squamo cellulari. In questi casi la ricerca del virus viene effettuata su materiale fissato e incluso in paraffina. Negli ultimi 5 anni sono stati analizzati 366 carcinomi di queste sedi e ben 136 (38%) sono risultati positivi ad HPV. Questo sta ad indicare che la prevenzione della infezione può ridurre in modo significativo la insorgenza di neoplasia in diverse sedi anatomiche.
Screening e vaccinazioni
"Lo screening per il tumore alla cervice e la vaccinazione contro il papillomavirus sono il modo più efficace per evitare l'insorgenza del cancro al collo dell'utero- chiarisce il Prof. Fabio Ghezzi, Direttore della Ginecologia e Ostetricia di ASST Sette Laghi - Questo è particolarmente importante nelle giovani donne desiderose di prole, per le quali la cura del cancro alla cervice potrebbe mettere a rischio anche la possibilità di avere un figlio. La prevenzione è quindi fondamentale".
Come proteggersi
A sottolineare l'importanza di aderire allo screening è anche il Prof. Paolo Grossi, Direttore delle Malattie Infettive e Tropicali di ASST Sette Laghi: "L'HPV è un virus che si trasmette con i rapporti sessuali e può comportare lo sviluppo di gravi patologie neoplastiche. L'utilizzo del profilattico in occasione di rapporti occasionali ne previene l'acquisizione e l'adesione allo screening consente di evidenziare precocemente eventuali infezioni asintomatiche".