Spaccio nei boschi, dopo Castelveccana e l'allarme dei sindaci, l'interrogazione di Pellicini al Ministero
Il deputato di FdI: "Invasione criminale nel territorio varesino, serve uno sforzo straordinario da parte dello Stato"
Il problema dello spaccio nei boschi arriva a Roma, grazie a un'interrogazione firmata dal deputato di Fratelli d'Italia Andrea Pellicini.
Spaccio nei boschi, da Varese a Roma
Un'interrogazione per sapere "quali ulteriori azioni il Governo abbia messo in atto o intenda mettere in atto, al fine di debellare il fenomeno dello spaccio di droga sopra descritto attraverso la liberazione dei boschi del Varesotto". La firma è quella del deputato meloniano Andrea Pellicini, che ha deciso di portare in Parlamento, e più precisamente alla Camera, uno dei problemi che da anni sindaci e cittadini segnalano alle autorità preposte senza, però, che si riesca a vedere una soluzione.
L'ultimo appello dei primi cittadini era stato lanciato un paio di settimane fa, dopo l'ennesima riunione in Prefettura e dopo la segnalazione da parte di una venegonese di persone che, in preda agli effetti delle sostanze, erano arrivate a saltare sul cofano di un'auto in corsa.
Ma a far accendere definitivamente i riflettori sulla vicenda è stato quanto avvenuto a Castelveccana, dove venerdì sera è stato trovato il corpo di un uomo, un marocchino, senza vita e con una ferita d'arma da fuoco. Ferita che gli sarebbe stata inflitta da un carabiniere impegnato quel pomeriggio in una delle periodiche operazioni antispaccio. Sarebbero partiti dei colpi, e uno avrebbe colpito la vittima, un cliente di quel mercato illecito.
"Il fatto - scrive infatti Pellicini - ha portato ancora una volta l’attenzione su una piaga che da tempo affligge il nord della provincia di Varese, il cosiddetto “Varesotto”, costituita dallo spaccio di droga nei boschi di questo territorio da parte di criminalità extracomunitaria clandestina. In questi ultimi anni, sono state tantissime le azioni messe in atto dalle Procure della Repubblica di Varese e di Busto Arsizio, nonché dalle forze di polizia dei Comandi provinciali, al fine di contrastare questo fenomeno che ha assunto proporzioni allarmanti; si tratta infatti di boschi che si estendono per circa 50.000 ettari e che sono di fatto presidiati da un esercito di spacciatori extracomunitari organizzati, armati a difesa dei loro accampamenti, in cui nascondono la droga che vendono sul luogo a tantissimi assuntori di ogni età e categoria".
Arresti e condanne, ricorda il deputato, non sono mai mancati, "ma gli spacciatori extracomunitari hanno ormai un’organizzazione che prevede continui reclutamenti di stranieri irregolari e una sorta di infinito tournover".
"Serve uno sforzo straordinario dello Stato"
Un fenomeno criminale, un'"invasione" la definisce Pellicini, "in crescita esponenziale", un fenomeno "unico nel panorama nazionale per vastità e pericolosità", contro il quale c'è necessità di "uno sforzo straordinario da parte dello Stato" per smantellarlo.