"Impianto non più competitivo": entro 6 mesi chiude la Suominen di Mozzate
Tra i motivi della chiusura un mercato che si sposta verso altri prodotti, l'aumento dei costi energetici e la non competitività dell'impianto di Mozzate
L'annuncio questa mattina, martedì 10 gennaio, dal presidente ad interim e CEO della Suominen Klaus Korhonen: l'azienda di Mozzate chiuderà i battenti nel secondo quarto del 2023.
La Suominen di Mozzate verso la chiusura
Insieme allla comunicazione, questa mattina sono state avviate le consultazioni con le parti sindacali, in rispetto della normativa nazionale. In base ai progetti della proprietà, la chiusura dovrebbe arrivare nel secondo quarto del 2023 (fra aprile e giugno) e le consultazioni dovrebbero chiudersi entro 90 giorni.
Una chiusura che riguarderà l'intera azienda di via Corbè a Mozzate, che attualmente impiega 92 persone fra produzione e uffici per la realizzazione di prodotti in tessuto non tessuto.
Le cause della chiusura
In una nota è lo stesso CEO a spiegare il perchè della decisione di abbandonare Mozzate.
"Dalla normalizzazione dell'aumento della domanda indotto dal Covid, la concorrenza nel mercato europeo delle salviette non tessute è aumentata in modo significativo., trainata principalmente dalle importazioni dalla Turchia e dalla Cina. Questo è il caso soprattutto dei tradizionali prodotti in fibra mista. Allo stesso tempo, i costi energetici in Italia hanno raggiunto livelli record. Questi due fattori combinati hanno creato enormi sfide per la competitività dei costi del nostro stabilimento a Mozzate".
C'è anche una questione di convenienza dell'aggiornamento della produzione. Il mercato del settore si sta rapidamente spostando verso alternative sostenibili, e Suominen sta quindi guardando a quel mercato.
"La domanda di prodotti tradizionali in fibra mista in Europa è in netto declino - continua la nota di Korhonen - Produrre tessuti non tessuti sostenibili in modo competitivo richiede risorse e processi di produzione ottimizzati specificatamente per questi prodotti. Le nostre linee dello stabilimento di Mozzate non sono al meglio per i prodotti sostenibili e questo fatto, insieme a un altissimo livello di costi operativi, significa che l'impianto non è competitivo e non ci aspettiamo che la sua competitività possa migliorare in maniera significativa in futuro. Come azienda, valutiamo costantemente le prestazioni e la redditività delle nostre risorse e, nella situazione attuale siamo purtroppo giunti alla conclusione di dover considerare la chiusura della produzione a Mozzate per migliorare la competitività del nostro business europeo".
L'impatto della chiusura
La società prevede con la chiusura un impatto di circa 9 milioni di euro di costi una tantum nel 2023 e 2024 fra indennità di licenziamento, smantellamento delle linee produttive e ripristino degli immobili. I costi non monetari netti sono stimati in circa 3 milioni di euro, di cui 4,5 nel trimestre di chiusura del 2022 e -1,5 milioni fra il 2023 e il 2024 dagli svincoli di alcuni fondi. Il piano, secondo l'azienda, se attuato, dovrebbe produrre un impatto positivo sull'EBITDA di circa 3 milioni di euro su base annua.
"Faremo del nostro meglio per supportare i dipendenti coinvolti da questa procedura"
“Dobbiamo necessariamente adeguare le nostre produzioni ai cambiamenti del mercato e alla nostra competitività di costi. Sfortunatamente, ciò significa a volte dover prendere delle decisioni difficili. Questa decisione è una notizia triste per il nostro personale di Mozzate. Faremo del nostro meglio per supportare i dipendenti coinvolti da questa procedura - afferma Mimoun Saim, SVP, Operations.
"Questi processi hanno sempre un forte impatto emotivo per tutta l’organizzazione. In ogni caso, faremo del nostro meglio per continuare a servire i nostri clienti con tessuti non tessuti di qualità anche durante questo periodo complicato”, afferma Markku Koivisto, SVP Europe & R&D.