Sanità e incentivi

Regione, niente risorse extra per gli operatori sanitari delle zone di confine

Il consigliere regionale dem: "Le offerte lavorative provenienti dalla Svizzera sono tante e il rischio che tanti professionisti abbandonino il posto nella sanità pubblica italiana è altissimo"

Regione, niente risorse extra per gli operatori sanitari delle zone di confine
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Bocciato dalla maggioranza l'ordine del giorno presentato dal consigliere regionale Pd Samuele Astuti che chiedeva di aumentare le RAR (Risorse aggiuntive regionali) per gli operatori sanitari delle zone al confine con la Svizzera.

Niente risorse contro la "concorrenza elvetica" dei camici

Obiettivo dell'ordine del giorno era dare incentivi agli operatori della sanità che lavorano al confine con la Svizzera. Incentivi che avrebbero avuto lo scopo di contrastare la concorrenza del mercato del lavoro svizzero che attira operatori sanitari italiani grazie a stipendi più vantaggiosi. Col risultato, noto, che nelle strutture ospedaliere e assistenziali, e in particolare proprio in quelle prossime al confine con la Svizzera, è sempre più difficile trovare non solo medici, ma anche infermieri e OSS.

"Le  risorse del fondo  RAR - spiega Astuti - vengono distribuite a pioggia, senza tener conto che il personale sanitario che più necessita di incentivi è soprattutto quello delle province di frontiera (Varese, Como e Sondrio). Per loro le offerte lavorative, economicamente allettanti, provenienti dalla Svizzera  sono tante e il rischio che tanti professionisti abbandonino il posto di lavoro nella sanità pubblica italiana è altissimo. Prevedere incentivi per loro sarebbe stato doveroso ma la Lega e i suoi alleati  non hanno neppure voluto prendere in considerazione il problema. Il sistema sanitario lombardo non può reggere senza i professionisti che vi lavorano e che meritano di essere considerati e valorizzati. Evidentemente questo alla Lega e ai suoi alleati non interessa”.

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