Accam, l'appello di 5 Stelle e Legambiente
Accam, assemblea e piano industriale rinviati a seguito dell'assemblea dei soci tenutasi venerdì 27 settembre a Busto Arsizio.
Accam, la decisione sull’apertura dell’inceneritore slitta a ottobre.
Accam, assemblea dei soci a Busto Arsizio
Assemblea e piano industriale rinviati a seguito dell’assemblea dei soci tenutasi venerdì 27 settembre a Busto Arsizio. Sul piede di guerra scendono in campo Legambiente Lombardia e il Movimento 5 Stelle, con una nota congiunta degli onorevoli Riccardo Olgiati e Niccolò Invidia, insieme al senatore Gianluigi Paragone, all’eurodeputata Eleonora Evi e i consiglieri regionali Roberto Cenci e Raffaella Erba.
La parola a Legambiente
Legambiente scrive in una nota: “Dopo tutti questi anni di discussione, l’unica certezza è data dall’incapacità di trovare una via d’uscita che salvaguardi il territorio e generi economia, meglio se circolare – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. L’ipotesi di alimentare il forno inceneritore con i rifiuti speciali per i prossimi anni, ci lascia basiti. Così facendo, l’impianto Accam aprirà le porte a rifiuti anche da fuori provincia e regione ma soprattutto a un mercato soggetto a forti oscillazioni e alla capacità degli impianti esteri di reagire meglio e con tariffe più basse. Ci chiediamo a quale prezzo per il territorio deve avvenire tutto questo”.
Le scelte politiche
Dura presa di posizione anche sulle scelte della politica: “Ci pare di capire che si vuole rianimare in extremis un impianto in agonia – conclude Barbara Meggetto – che comincia a non essere più utile e necessario per il proprio territorio. È un peccato che una zona dinamica come quello compresa tra l’Altomilanese e il Varesotto, abbia perso la voglia e la capacità di innovazione trascinata dalle incrostazioni di una politica che non sa più vedere lungo”. M5S fa appello ai 27 sindaci dell’assemblea Accam “Sei mesi fa la presidente di Accam Laura Bordonaro, – scrivono i portavoce grillini – andava dicendo che non c’erano problemi economici e il piano industriale di chiusura al 2021 stava in piedi tranquillamente nonostante l’investimento di 4 milioni di euro per i nuovi filtri necessari al rinnovo dell’autorizzazione ambientale. Improvvisamente, le dichiarazioni continuano a cambiare senza un apparente logica: gli scenari usciti dal tavolo tecnico non sono mai stati mostrati all’opinione pubblica,nonostante le roboanti promesse della presidente. Si sono presi gioco dei cittadini”.
L’appello ai sindaci del nostro territorio
Ultimo appello è però sindaci del nostro territorio: “Dopo tutto ciò ci aspettavamo di sentire i sindaci prendere provvedimenti a tutela dei cittadini, della loro salute, dei soldi pubblici e dell’ambiente. Ci aspettavamo azioni concrete come chiede le dimissioni di questo CdA che non rispetta il dialogo e la trasparenza ma pone diktat e compie errori gestionali importanti. Ci rivolgiamo ai cittadini del territorio, affinché sappiano che le scelte di oggi avranno ripercussioni sulla salute, sull’ambiente in cui vivono e sulle finanze pubbliche. Facciamo appello anche a tutti i primi cittadini – concludono – perché almeno questa volta pongano al primo posto il benessere degli abitanti e non gli interessi economici di un anacronistico inceneritore”.