Bollette in vetrina nei negozi del Varesotto: "Costretti ad aumentare i prezzi per pagare i conti"
Continua l'impennata dei costi energetici e, a cascata, dell'inflazione. le ultime stangate con le bollette di luglio
Fipe lancia le bollette in vetrina: "I clienti devono sapere la situazione".
"Bollette in vetrina" nel Varesotto
Una grande operazione di trasparenza a livello nazionale per mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti in quale situazione drammatica le imprese sono costrette ad operare. Questa è Bollette in Vetrina.
Nei prossimi giorni i gestori dei pubblici esercizi associati a Fipe-Confcommercio riceveranno una cornice da appendere nei propri locali, per mettere in bella vista le ultime bollette del gas e dell’energia elettrica. Bollette monstre, triplicate rispetto a un anno fa a causa dell’impennata dei prezzi del gas.
"Esercenti costretti a scegliere se fermarsi o aumentare i prezzi"
Spiega Giordano Ferrarese, presidente provinciale e consigliere nazionale di Fipe Confcommercio, che conferma l’adesione all’iniziativa anche degli esercenti del Varesotto: "Una situazione che sta costringendo gli esercenti a dover scegliere tra gli aumenti dei listini, finora assai modesti, e la sospensione dell’attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del Governo".
"Questa iniziativa - rimarca Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio - ha l’obiettivo di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po’ di più con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti. Con aumenti dei costi dell’energia del 300% si lavora una pistola puntata alla tempia. Se il Governo non interviene o si agisce sui listini o si sospende l’attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare".
La richiesta al Governo
"Per questo Fipe Confcommercio - aggiungono in coro Ferrarese e Cursano - ha chiesto al Governo di potenziare immediatamente il credito di imposta anche per le imprese non energivore e non gasivore, Un credito di imposta del 15% per l’energia elettrica non è assolutamente adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo ora. Occorre però fare presto, altrimenti si rischia di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi".