Basket

Esordio e primo canestro in Serie A per il tradatese Luigi Suigo

A 17 anni il tradatese ha avuto un "assaggio" del suo sogno: "E' andata bene, ma la strada è ancora lunga"

Esordio e primo canestro in Serie A per il tradatese Luigi Suigo
Pubblicato:

Domenica scorsa nei minuti finali di Olimpia Milano e Dinamo Sassari ha fatto il suo esordio in serie A il 17eenne di Tradate Luigi Suigo.

Il debutto di Luigi Suigo in Serie A

"In campo ero tranquillo, pensavo solo a dare il meglio. Le gambe hanno iniziato a tremarmi dopo, in spogliatoio. La notte non ho dormito e ancora oggi non mi sembra vero".

Sangue freddo in campo, per quei due minuti sul parquet dell’Olimpia Milano, ma dopo la sirena Luigi Suigo torna ad essere un ragazzo di 17 anni (compiuti lunedì) che sa di aver non ancora raggiunto, ma almeno accarezzato il suo sogno: quello del basket professionistico, al massimo livello. Suigo veste la maglia dell’Olimpia dal 2022.

Dalla Sportlandia all'Olimpia

Una scalata tutto sommato breve: i primi palleggi da piccolo nella Sportlandia Tradate, poi un lungo stop per motivi fisici e nel 2019, a 12 anni, il ritorno alla palla a spicchi. Nell’estate lo staff del Varese lo nota durante un campus estivo organizzato dalla società sportiva e inizia i contatti con la Sportlandia per chiedere informazioni e invitarlo a un provino, che gli apre le porte del Varese. Poi nel 2022 Academy e Pallacanestro Varese divorziano, e Suigo decide di accettare l’offerta dell’Olimpia e inseguire il sogno del professionismo, militando nelle formazioni Under17 e Under19. Nel frattempo, Suigo si era già fatto conoscere vestendo la maglia della Nazionale Under15 e di quella Under16: tre presenze e zero punti per la prima, 6 presenze e otto punti con la seconda.

Due minuti magici

Ma torniamo a domenica. Sugli spalti del Mediolanum Forum di Milano c’è il tutto pieno. In campo l’Olimpia Milano e la Dinamo Sassari, gara di ritorno "caldissima" dopo la vittoria dei sardi nell’andata per 89 a 83. Primi due quarti serratissimi, un testa a testa. Poi, nel terzo, Milano inizia a prendere le distanze. Sul finale, Milano è avanti di 20 punti, la partita è praticamente chiusa. L’assistente di coach Ettore Messina si volta verso la panchina e chiama Suigo.

"Entra".

In campo tra i grandi, per quasi due minuti. E ciliegina sulla torta, il canestro da tre punti su assist di Nikola Mirotic, a due secondi dalla fine della partita. La gioia esplode in campo, fra gli abbracci e i complimenti dei compagni di squadra, riecheggia sugli spalti e fino a Tradate dove amici e appassionati di basket erano davanti allo schermo anche solo per vedere il talento tradatese alla sua prima panchina di Serie A.

63110440_PHOTO-2024-01-31-17-49-41
Foto 1 di 3

Luigi Suigo photo credits olimpia milano

63110449_PHOTO-2024-01-31-17-49-41 (2)
Foto 2 di 3

Luigi Suigo photo credits olimpia milano

63110443_PHOTO-2024-01-31-17-49-41 (1)
Foto 3 di 3

Luigi Suigo photo credits olimpia milano

Un compleanno indimenticabile

Un fine settimana, e un 17esimo compleanno, che Suigo non dimenticherà mai.

"Sabato pomeriggio mi aveva scritto il mio allenatore chiedendomi la taglia della maglietta - ricorda - Dopo aver risposto gli avevo chiesto il perché ma aveva visualizzato e basta. Non ci ho dato peso. Poi in allenamento mi ha preso da parte e mi ha detto che ero stato convocato per la partita della Serie A e mi sarei fatto un po’ di panca".

A fine partita, quel regalo di compleanno inaspettato.

"Quando il secondo di coach Messina mi ha chiamato nemmeno mi ero reso conto che era per scendere in campo - continua - Appena sono entrato, Mirotic mi ha detto di seguire il suo gioco che mi avrebbe passato la palla. E’ un grande giocatore, un uomo di squadra, e già in passato aveva dato spazio a degli esordienti. Ho fatto come mi aveva detto: alla rimessa son corso in avanti, lui mi ha visto, ha passato e io ho tirato".

"E' andata bene, ma la strada è ancora lunga"

"Ero emozionato, nel senso che ero felice per quello che stava succedendo. Ma non ero agitato, dopotutto il mio “lavoro” è giocare a basket, ed è quello che stavo facendo. E’ successo, è andata bene, ma ora si torna a lavorare e a sudare", continua.

Testa bassa, dunque, perché se fisico e talento sono innati, coltivarli richiede fatica e sacrificio. E per bruciare tutto può bastare un attimo. Suigo lo sa benissimo, anche grazie a un papà, Massimo, che gli ha insegnato a tenere sempre i piedi per terra:

"Se la strada per il suo sogno è fatta di 100 gradini, domenica è salito sul terzo. Ce ne sono ancora 97 - gli ricorda papà - E’ solo l’inizio, lo sa e mi auguro che quei due minuti e quel canestro possano essergli da stimolo per continuare a fare bene e andare avanti. E’ un grande ragazzo con un grande cuore e una grande passione. Siamo tutti orgogliosi e tifiamo per lui".

Seguici sui nostri canali