Maturità

"L'anno che verrà" per i maturandi: lettera di un Rettore agli studenti delle superiori

Prendendo a prestito i versi di Dalla, il Rettore della LIUC Federico Visconti si rivolge a tutti gli studenti che quest'anno concluderanno un percorso alle superiori segnato dall'emergenza Covid

"L'anno che verrà" per i maturandi: lettera di un Rettore agli studenti delle superiori
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Il Rettore della LIUC di Castellanza, Federico Visconti ha voluto rivolgersi a tutti i maturandi, mettendoli in guardia da quel che li aspetta e dando loro qualche consiglio per chiudere l'ultimo anno di una scuola superiore tremendamente segnata dal coronavirus. E lo fa citando "L'anno che verrà", l'indimenticabile canzone poesia di Lucio Dalla.

"L'anno che verrà": la lettera del Rettore

Caro maturando ti scrivo, così mi distraggo un po’…

Per te, “L’anno che verrà” non sarà un anno qualunque! Né lo sarà per chi ti è vicino, familiare o amico. Buona lettura.

L’anno vecchio è finito, ormai, ma qualcosa ancora qui non va…

A quasi un anno dal paziente di Codogno, quante sono le cose che non vanno! Il punto non è tanto che “si esce poco la sera” … non si esce e amen. Il vero punto è quello documentato da Famiglia Cristiana, nel numero del 31 gennaio. Copertina dedicata a liceali in mascherina. Titolo a effetto: “Perché nessuno pensa davvero a noi?”. Disagio giovanile ampiamente documentato: 46% degli studenti ha vissuto lo scorso anno come tempo “sprecato”; 65% è convinto di pagare le incapacità degli adulti nel gestire la pandemia; 28% ha avuto almeno un compagno che ha smesso di frequentare in DAD; 4 studenti su 10 hanno avuto ripercussioni negative sulla capacità di studiare… (fonte Save the Children, Ipsos, CNOP). Mi piacerebbe sapere cosa avresti risposto all’indagine. Così come mi piacerebbe fermare il tempo per conoscere in profondità quanto è stato fatto quest’anno per la scuola, di corretto e di sbagliato… nessuno “nasce imparato”, a maggior ragione nel Covid Management. Ma bisogna andare avanti.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno, porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando

Premessa: “Ma la televisione” suona da Paleozoico, ed era solo il 1979. Chissà che parole avrebbe usato Lucio Dalla per descrivere l’orgia mediatica che circonda la pandemia. Ciò detto, la realtà è in movimento: il vaccino, le zone che tendono a ingiallirsi, i progetti per il recovery fund che iniziano a prendere forma (a proposito, al tuo posto, starei in campana: il piano porta il nome di “NextGenerationEU”, è proiettato al lungo periodo e si indirizza ai giovani…). Per finire, metterei in conto anche qualche trasformazione della prova di maturità. Non manca quasi mai e fa notizia sempre.

E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi amico mio, come diventa importante che in questo istante ci sia anch’io

Nei giorni della memoria, mi appoggio a Primo Levi: “Il muratore italiano che mi ha salvato la vita, portandomi cibo di nascosto per sei mesi, detestava i tedeschi, il loro cibo, la loro guerra; ma quando lo mettevano a tirar su muri, li faceva dritti e solidi, non per obbedienza ma per dignità professionale”. Già, la dignità professionale! Riguarda tutti, dal parlamentare al professore, dall’infermiere al ristoratore, “dal commissario al sacrestano” avrebbe detto De Andrè.

Quindi riguarda anche te, che dovrai lavorare in condizioni anomale. Inutile girarci intorno: le lezioni, lo studio personale, la preparazione in gruppo, la prova finale non si svolgeranno come si sarebbero svolti in tempi normali. Prendine atto, pianifica le opportune azioni, metti in conto le inevitabili fatiche.

Sii “professionalmente dignitoso”, sempre. Un primo esempio: da un anno a questa parte, in sede di verifica, i murales informativi, i tappeti parlanti, i parenti suggeritori la fanno da protagonisti. Per non parlare dei software pro-plagio, ormai così sofisticati da sfuggire ai sistemi di intercettazione della CIA. Mio nonno, quinta elementare, mi ha insegnato che la farina del diavolo finisce in crusca. Un “rischio educativo” lo metterei in conto: quando ti siederai davanti a un recruiter per un colloquio di lavoro, non sarà certo un whatsapp-amico a fartelo superare. Un secondo esempio: se già non l’hai fatto, usa bene il tempo anche per decidere cosa vuoi fare da grande. Documentati, visita, approfondisci, fai domande, stringi il cerchio, non tirarti all’ultimo… Quando sarà, il famoso colloquio davanti al recruiter dovrai farlo tu, non io.

L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, io mi sto preparando, è questa la novità

Il messaggio è chiaro: guarda avanti, vai oltre l’esame, proiettati nel futuro. Non sarà facile: il Covid sta condizionando un momento importante della tua vita. Le esperienze e le emozioni documentate in “Notte prima degli esami” non ci saranno, o saranno sui generis. Ma ti sta anche facendo fare un duro bagno nella realtà delle cose, tensioni e sacrifici compresi nel pacchetto. Se ti impegni e se lotti, ne uscirai più maturo, con le spalle più forti e con la schiena più dritta. La palestra può attendere!

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