inclusione e scuola

Da Suor Anna Monia Alfieri il "no" alle scuole speciali

"L'inclusione degli studenti con fragilità è una sfida per docenti e famiglie: bisogna garantire il pluralismo educativo"

Da Suor Anna Monia Alfieri il "no" alle scuole speciali
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In Italia non c'è bisogno di "scuole speciali" ma di un sistema scolastico veramente libero che garantisca a tutti la possibilità di scegliere tra scuola statale e scuola paritaria. Questo è secondo suor Anna Monia Alfieri, cavaliere al merito della Repubblica italiana ed esperta di politiche scolastiche, il modo migliore per favorire l'inclusione nelle scuole.

Il "no" di Suor Anna Monia sulle scuole speciali

Così si è espressa Alfieri riguardo a quanto espresso dal prof. Ernesto Galli Della Loggia sulla necessità di istituti a parte per le persone con disabilità:

"Massima stima e massimo rispetto per il prof. cultura straordinaria e stile impeccabile. Dall'altra parte, però, mi sia consentito di dissentire rispetto a quanto il professore ha affermato circa la necessità di scuole speciali per studenti con fragilità. Ho sempre visto il tema dell'inclusione come una sfida per docenti e famiglie: inclusione non vuol dire abbassare il livello, vuol dire consentire a tutti un percorso scolastico di qualità, all'interno del quale a tutti è data la possibilità di fare bene il proprio percorso, sentendosi protagonisti attivi e non destinatari inerti di attenzioni da parte dei docenti".

Il vero tema: garantire il pluralismo educativo

Suor Anna Monia ha poi aggiunto:

"Parti uguali tra disuguali, diceva don Milani in merito al compito degli insegnanti. E aveva ragione! Pertanto la formazione delle classi deve prevedere, da una parte, una eterogeneità della composizione, dall'altra la possibilità per i docenti di compiere al meglio il proprio compito".

Secondo Alfieri quindi, anche questo sarebbe un'ulteriore segno della necessità di garantire un sistema scolastico "veramente libero" che consenta, a costo zero per le famiglie, a seguito del pagamento delle tasse, la scelta tra i due rami della scuola pubblica, la statale e la paritaria. In questo modo, ci sarebbe una maggiore distribuzione degli studenti fragili nei diversi istituti scolastici, permettendo loro di essere seguiti al meglio dai docenti

"Certo che se il genitore del disabile deve pagare le tasse, la retta della scuola paritaria, il sostegno per i figlio (non voglio negare gli interventi che su questo fronte sono stati introdotti anche per i genitori delle paritarie), è inevitabile che sulla scuola statale si riverseranno i genitori degli studenti disabili, Bes e Dsa. E' un sistema iniquo, del quale sono vittime gli studenti, i loro genitori, la scuola tutta, statale e paritaria. Ecco dunque il motivo per il quale ritengo che un sistema scolastico veramente libero può far venir meno la necessità delle scuole speciali cui il prof. Galli Della Loggia faceva riferimento" ha concluso Suor Anna Monia Alfieri.

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