Industria 5.0

Cos’è Industria 5.0 e perché è importante per le imprese

Cos’è Industria 5.0 e perché è importante per le imprese
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Dopo l’Industria 4.0, la quinta rivoluzione industriale è alle porte. Da qualche settimana si parla, sulla stampa di settore e non solo, di Industria 5.0: la nuova era dell’impresa che porterà ad una diversa concezione di lavoro e interazione uomo-macchina con benefici sia per le imprese che per i lavoratori.

Sì, perché a dispetto di quanto si potrebbe immaginare, il paradigma dell’Industria 5.0 mette il lavoratore al centro della scena. La umanocentricità è infatti uno dei tre pilastri fondamentali su cui poggia questa nuova concezione di impresa, che è stata presentata dalla Commissione Europea per la prima volta nel 2021 con il rapporto “Industria 5.0 - Verso un’industria europea sostenibile, umanocentrica e resiliente”.

Cosa significa nella pratica? Con l’introduzione dell’Industria 5.0 le aziende italiane ed europee saranno chiamate ad abbracciare un nuovo approccio al lavoro, per adattarsi alla transizione green e contrastare i problemi sociali e ambientali che permangono nonostante la transizione 4.0.

Tutto ciò per adattare al contesto attuale la realtà imprenditoriale, con particolare riferimento alle industrie, che contribuiscono in maniera determinante all’economia comunitaria. Secondo i dati UE, tra il 2009 e il 2019 l’industria ha rappresentato circa il 20% del PIL dell’Unione Europea.

Ma cosa cambierà nella pratica? L’Industria 5.0 impatterà anzitutto nei modelli adottati al livello di gestione del lavoro. L’attenzione passa dalla tecnologia all’approccio human-centric, ponendo quindi in risalto il benessere dei lavoratori e la creazione di un ambiente di lavoro sicuro.

L’intento è rendere le aziende un luogo migliore, aumentando l’attrazione di talenti e resilienza, ma anche garantendo un alto livello di soddisfazione dei lavoratori. In questo senso l’Industria 5.0 porta interessanti novità.

Tra gli obiettivi che si propone ci sono il massimo rispetto dei diritti umani e fare in modo che il personale non sia chiamato ad adattarsi ai tempi di evoluzione della tecnologia, che spesso non permettono di portare avanti il processo di apprendimento umano. Al contrario, ricerca e innovazione vengono intese come strumenti per sostenere l’industria al servizio dell’umanità, con una logica che guarda al medio-lungo termine.

Saranno fatti passi avanti anche in fatto di attenzione al risparmio energetico e al riuso, per garantire un certo livello di benessere alle nuove generazioni e tutelare il pianeta. Inoltre, ci sarà un cambio di paradigma per quanto riguarda l’uso di innovazione e tecnologia. Se la transizione 4.0 guardava principalmente alla digitalizzazione e all’utilizzo dell’AI per aumentare efficienza e flessibilità nei processi produttivi, con la 5.0 utilizzerà le tecnologie più avanzate (come la robotica e l’Internet of Things) per dare benefici alle persone, intese sia come società che come lavoratori.

L’utilizzo delle tecnologie perciò non si limiterà all’ambito lavorativo, ma riguarderà ogni aspetto della vita quotidiana (inclusa la sanità). E il suo impiego non sarà necessariamente connesso ad un vantaggio economico, ma subordinato alla comodità del cittadino.

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