Mafia

'Ndrangheta in Lombardia, Braga (PD): "Dobbiamo reagire e ribadire il nostro no alla mafia"

L'onorevole comasca: "E' impressionante prendere atto di una presenza così penetrante e diffusa nel nostro territorio e del presunto legame con esponenti politici e rappresentanti delle istituzioni"

'Ndrangheta in Lombardia, Braga (PD): "Dobbiamo reagire e ribadire il nostro no alla mafia"
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Durissimo il commento della parlamentare comasca del Pd Chiara Braga dopo la chiusura delle indagini sulla "'ndragheta 2.0" e le sue manovre fino in provincia di Como, con presunti legami e connivenze anche da parte di rappresentanti delle istituzioni.

Braga: "Criminalità organizzata dal volto nuovo"

Quello che sta emergendo dall’indagine portata a termine ieri dalle procure antimafia di Reggio Calabria, Milano e Firenze, dalle forze dell’ordine e dalla Dia, che ringrazio per il grande lavoro svolto, mostra la capillarità, la tentacolarità ma anche la capacità di evoluzione di cui è capace oggi la criminalità organizzata, non a caso definita 'società per affari ‘ndrangheta 2.0'.

Una criminalità organizzata dal volto nuovo, che coniuga i vecchi metodi estorsivi, fatti di violenze e minacce, con reati a connotazione economica come frodi fiscali, le false fatturazioni, bancarotte, ma anche con la finta promessa di protezione a imprenditori in difficoltà e l’infiltrazione in aziende da acquisire e controllare. Un’evoluzione anche territoriale, in continuo movimento tra Calabria, Lombardia e Svizzera.

"Radicamento inquietante nel Nord Italia e in Lombardia"

Un mutamento che rende evidente, in maniera inquietante, il radicamento della ‘ndrangheta nel nord Italia e in particolare in Lombardia, dove il sistema innescato prevedeva di riciclare i soldi provenienti dallo spaccio di stupefacenti e dal traffico di armi in società d’impresa legali, attraverso ad esempio la costituzione di società cooperative o tramite l’acquisizione di aziende già presenti sul territorio, permettendo quindi alla malavita organizzata di ripulire i soldi, dare lavoro e costruire consenso politico.
Purtroppo il comasco non è nuovo a fatti di questo genere, ma è comunque impressionante prendere atto di una presenza così penetrante e diffusa nel nostro territorio e del presunto legame con esponenti politici e rappresentanti delle istituzioni che dovrebbero invece essere la prima garanzia di legalità e tutela della loro comunità.

"Dobbiamo reagire"

Il lavoro di indagine che ha portato alle misure cautelari ora dovrà vedere il suo compimento nell’iter giudiziario. Ma da subito è fondamentale ribadire con vigore il nostro no alla mafia. Occorre reagire, mostrandoci vigili e fermi nel dire che in nessun caso si può tollerare o peggio venire a patti con l’’ndrangheta. E’ necessario invece affermare con ancora più forza i valori democratici e della convivenza civile nelle nostre comunità.

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