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Saronno

L'ex Isotta Faschini verso la riapertura ai cittadini. La Lega: "Prima le bonifiche"

La leghista Castelli: "Amianto e suolo inquinato, prima di riaprire bisogna garantire la salute dei cittadini e dell'ambiente"

L'ex Isotta Faschini verso la riapertura ai cittadini. La Lega: "Prima le bonifiche"
Politica Saronno, 10 Dicembre 2020 ore 10:24

L'ex Isotta Fraschini si appresterebbe a riaprire i propri cancelli, grazie alla nuova proprietà, ai cittadini. Ma dalla Lega Lucia Castelli avverte: "L'area è pesantemente inquinata".

Ex Isotta Fraschini di Saronno verso una nuova vita

Un'azienda che ha lavorato e portato sviluppo alla città e al territorio per tutta la prima parte del secolo scorso, abbandonata per l'altra metà e che ora sarà trasformata in un campus per 4mila studenti e in quella che il neo-proprietario Giuseppe Gorla vorrebbe diventasse un punto d'attrazione anche per i turisti. Insomma una nuova vista e nuovi fasti per l'ex Isotta Fraschini, l'ex area industriale dismessa che occupa circa 120mila metri quadrati tra via Milano e via Varese.

Un'area "complicata"

Prima di riaprire però c'è da fare i conti con quello che è rimasto di quel passato industriale. Non solo la struttura in sè, o quel che ne resta.

"Sull'area in oggetto - ricorda la leghista Lucia Castelli - è stata svolta attività industriale metalmeccanica per parecchi decenni del secolo scorso, quando ancora non vi era il senso civico del rispetto dell’ambiente e della salute pubblica. L'attività industriale, se per un verso ha promosso lo sviluppo economico di Saronno, dall'altro ha fortemente inquinato il suolo e contribuito, negli ultimi decenni di vita dell'attività, a incrementare la presenza di amianto usato come copertura delle fabbriche".

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"Prima la bonifica"

"L'Ex Isotta Fraschini oggigiorno presenta importanti criticità dal punto di vista ambientale - continua Castelli - bene farà l’attuale proprietà a provvedere alla bonifica dello spazio urbano. E' infatti obbligo della proprietà adottare tutte le misure per eliminare i rischi ambientali e sanitari derivanti dalla contaminazione: deve essere evitato con ogni mezzo che le conseguenze  dell'inquinamento ricadano sulla collettività. L'attuale proprietà dovrà fare di tutto per prevenire o eliminare ogni causa che possa costituire una minaccia imminente all'ambiente e soprattutto alla salute pubblica. E non è questo un obiettivo  di poco conto. Per tutelare la salute pubblica e l’ambiente non sarà certo sufficiente mettere in sicurezza (ovvero transennare) gli edifici in rovina o delineare percorsi nel verde sfrondando i rami pericolosi. Queste precauzioni, seppur necessarie, non tuteleranno la salute dei visitatori dell’Ex Isotta Fraschini, i quali continueranno a calpestare un suolo probabilmente molto inquinato e a passeggiare tra edifici con presenza rilevante di amianto. Per garantire la tutela della salute pubblica e dell’ambiente ci aspettiamo che la proprietà adotti una vera e propria campagna di bonifiche del suolo, delle acque e degli edifici industriali. L’operazione richiederà qualche anno ma sarà necessaria affinchè l’area possa essere utilizzata per scopi di edilizia privata o, meglio ancora, per scopi pubblici, culturali o naturalistici".

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