Il caso

Le mascherine-pannolino volano in Kazakistan. Astuti: "Pagate due volte, regalate all'estero per vergogna"

In magazzino, di 18 milioni acquistate, ne erano rimaste 12 milioni. Ora parte di quelle saranno ricomprate dalla Regione e spedite in Asia

Le mascherine-pannolino volano in Kazakistan. Astuti: "Pagate due volte, regalate all'estero per vergogna"
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Nel pieno dell'emergenza, quando cittadini e amministrazioni cercavano ovunque le introvabili mascherine e tra Milano e Roma volavano stracci per la mancanza dei preziosi dispositivi di protezione erano diventate il primo vanto della Regione. Poi dopo le prime consegne al personale sanitario le "mascherine-pannolino" prodotte dalla Fippi erano cadute nel dimenticatoio, sommerse dalle polemiche. Ora rispuntano, direzione Kazakistan.

Mascherine-pannolino, che fine hanno fatto?

"Lontano dagli occhi, lontano dal cuore". Secondo il consigliere regionale Pd Samuele Astuti, il detto vale anche in questi giorni in cui la Regione si appresta ad inviare in Kazakistan un milione di "mascherine-pannolino", quelle prodotte dall'azienda Fippi. Le prime a superare le necessarie certificazioni nel cuore dell'emergenza Covid, diventate in quelle settimane il simbolo di un mondo produttivo pronto a riconvertirsi per tornare a lavorare e per fare la propria parte contro l'emergenza.

Dopo la prima tranches consegnata agli operatori sanitari però la Regione era stata sommersa dalle polemiche e si era aperta anche un'indagine per frode. Le mascherine, denunciavano sindacati e lavoratori, erano scomode, cadevano se si provava a parlare e, soprattutto, non si potevano togliere senza evitare il rischio di cross-contaminazione: andavano sfilate dall'alto (come uno scaldacollo), e non con uno strappo com'era stato assicurato. Secondo la Regione critiche ingiustificate (fu durissima all'epoca la replica dell'assessore Raffaele Cattaneo), quasi come fosse una "ripicca" per le polemiche sollevate da Palazzo Lombardia per le altre mascherine, quelle inviate dalla Protezione Civile e paragonate dall'assessore Davide Caparini a della carta igienica.

Fatto sta che le mascherine-pannolino comprate dalla Regione tramite la sua partecipata Aria Spa (la stessa al centro dell'inchiesta per il caso camici) per 8,1 milioni di euro sono rimaste in magazzino. Diciotto milioni i pezzi acquistati, 12 milioni quelli rimasti "sul groppone" alla Regione.

Astuti (Pd): "Invece di distribuirle ai lombardi si spediscono in Kazakistan"

Parte di quelle, presto, usciranno però dal magazzino di Rho, direzione Kazakistan. Pagate due volte.

"Con 2 delibere del 7 settembre scorso- sottolinea il consigliere regionale del Pd, Samuele Astuti - Fontana ha stabilito che   un milione di mascherine saranno  donate al Kazakhistan e altre 500mila  saranno date ad Areu, l’Agenzia regionale emergenza sanitaria. Solo che la Regione per  fare questo ripaga ad Aria Spa, a cui aveva già prestato i soldi per comprare le 18 milioni di mascherine,  un milione e mezzo di pezzi per un totale di 823.500 euro,  che sono presi dal capitolo  ‘Acquisto di beni per aiuti umanitari internazionali’".

"Un bluff, ennesima dimostrazione dello stato di confusione della giunta"

"E’ questa- conclude Astuti- l’ennesima dimostrazione dello stato di confusione della giunta leghista.  Si vergognano a distribuire agli operatori sanitari  le mascherine pannolino di cui un tempo  si vantavano cercando di spedirle altrove e ora i contribuenti lombardi sono costretti a ripagarle ad una partecipata  della Regione stessa. Facevano polemica sui dpi inviati dalla Protezione civile ma sono crollati sulle loro stesse bugie".

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