lo scontro politico

Il sindaco invita a votare per il suo partito "a nome del Comune": l'opposizione insorge

E' l'accusa della lista civica Uniti per Cogliate al sindaco Andrea Basilico per l'appello rivolto a sostegno del candidato leghista Andrea Monti

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Dopo l'appello del sindaco di Cogliate, Andrea Basilico, per votare per la Lega alle elezioni regionali "a nome del Comune", l'opposizione di Uniti per Cogliate ribadisce il grave errore commesso dal primo cittadino.

Il sindaco invita a votare lega "A nome del Comune"

"Ancora una volta, il sindaco di Cogliate confonde il piano istituzionale e il piano politico. Abusa del suo ruolo piegando il Comune, che è la casa di tutti i cogliatesi, alla propaganda elettorale del suo partito e del suo candidato."

E' l'accusa della lista civica Uniti per Cogliate al sindaco Andrea Basilico per l'appello rivolto a sostegno del candidato leghista Andrea Monti.

“A nome del Comune di Cogliate e dell’Amministrazione io vi chiedo di scrivere Andrea Monti e di votare Lega”. Sono queste le parole pronunciate da Basilico in un video girato sotto un gazebo organizzato dalla Lega, ad una manifestazione a sostegno di Monti. Per il gruppo di minoranza è scorretto che il sindaco abbia parlato “a nome del Comune”.

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Uniti per Cogliate: "Un fatto molto grave"

"Un fatto molto grave" spiegano gli esponenti del gruppo UPC.

"Parole che manifestano l’arroganza con cui gli attuali amministratori di Cogliate interpretano il proprio ruolo e incarico. È legittimo sostenere un candidato, un partito, il proprio partito politico. Ma lo si fa a titolo personale, non a nome del Comune."

"Il Comune siamo tutti: cittadini, amministratori, maggioranza, minoranza" prosegue il capogruppo Vincenzo Di Paolo.

"Non è pertanto accettabile che un sindaco si esprima in questo modo. C’è una totale mancanza di rispetto nei confronti dei propri concittadini. E c’è una totale mancanza di senso delle istituzioni e di capacità di interpretare il proprio servizio alla comunità."

"Basilico dovrebbe ricordarsi che non tutti la pensano come lui e non tutti sono tenuti a pensarla come lui. Faccia pure la sua propaganda politica, ma non parli a nome del Comune" conclude Di Paolo, che ribadisce: "è proprio il caso di dirlo: not in my name!"

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