Politica

De Marco (Forza Italia): "Da Di Maio alla politica saronnese, serve bagno di umiltà per chi intende la politica come palcoscenico"

Il capogruppo di Forza Italia: "Vedo nuove generazioni di politici locali pieni di sé e sempre pronti a fare grandi proclami per dimostrare di essere i più bravi, pieni di certezze, come se avessero sempre la verità in tasca"

De Marco (Forza Italia): "Da Di Maio alla politica saronnese, serve bagno di umiltà per chi intende la politica come palcoscenico"
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Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Agostino De Marco, capogruppo di Forza Italia a Saronno.

De Marco: "Un tempo avversari, ma non nemici. Nuove generazioni di politici imparino a mettersi in discussione"

In questi giorni mi è tornato spesso in mente l’onorevole dei Cinque Stelle, Di Maio, quando chiedeva l’impeachment per Sergio Mattarella e quando anche altri politici non riconoscevano Mattarella come il proprio presidente. Il Presidente Mattarella in quell’occasione non rispose alle provocazioni, non solo perché rappresentava la più alta carica istituzionale, ma anche per una provenienza politica che oggi molto rimpiangono: la Democrazia Cristiana.

Chi, come me, sedeva negli anni ottanta intorno a quel tavolo della direzione della DC in via Pietro Micca, sono quasi sicuro che non riesca a nascondere una certa nostalgia.

Io ascoltavo con interesse (quasi come uno studente nei confronti di un docente) ma anche con grande rispetto, persone di grande spessore culturale e politico che non andavano mai sopra le righe e con umiltà e moderazione si confrontavano con tutti i presenti. Ricordo la signorilità di Angelo Tettamanzi, la dialettica di Pierluigi Gilli. Ricordo Luciano Porro e verso la fine degli anni ottanta Augusto Airoldi. C’era una dialettica interna anche molto forte sulle varie problematiche che si affrontavano, ma c’era sempre il rispetto verso la persona e chi militava in altro partito veniva considerato avversario politico non un nemico da abbattere e da denigrare fino al limite della diffamazione.

Oggi vedo con molto sconcerto nuove generazioni di politici locali pieni di sé e sempre pronti a fare grandi proclami per dimostrare di essere i più bravi, pieni di certezze. Non si mettono mai in discussione, come se avessero sempre la verità in tasca.

Ciò è accaduto anche ultimamente nel caso Rodari. Non è mio il compito di individuare le responsabilità individuali ma certamente la Commissione d’Inchiesta, che sarà autorizzata nel prossimo Consiglio Comunale, farà definitivamente chiarezza.
Credo che oggi sia arrivato il momento di un bagno di umiltà per queste persone che intendono la politica come un palcoscenico per dimostrare di essere solo dei bravi attori.

 

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