Coprifuoco, riaperture e vaccini in vacanza: mozione Lega-Forza Italia in Senato
Anticipare le riaperture, rivedere coprifuoco e parametri per definire le zone di rischio ma anche organizzarsi per le vaccinazioni nei luoghi di vacanza: le richieste del centrodestra

Sarà discussa oggi, mercoledì 12 maggio, in Senato la mozione presentata da Lega e Forza Italia per impegnare il Governo ad anticipare le riaperture e rimuovere il coprifuoco. Tra i firmatari, anche il leghista tradatese Stefano Candiani.
Coprifuoco e riaperture, oggi la mozione in Senato
Aggiornare i parametri che determinano l'ingresso nelle zone di rischio, superare il coprifuoco, anticipare le riaperture in programma per giugno e luglio e attivarsi per la vaccinazione nei luoghi di villeggiatura. Sono queste le principali richieste avanzate dalla mozione presentata ieri dai senatori di Forza Italia Bernini, Romeo, De Poli e Romani e sottoscritta, tra gli altri, anche dal tradatese Stefano Candiani.
Una mozione che chiede impegni chiari al Governo, dopo settimane di discussione su coprifuoco e riaperture all'interno della maggioranza che hanno visto una certa "resistenza" non solo del Ministro della Salute Roberto Speranza, da sempre per una via più "cauta" ma anche, sembra, del Presidente del Consiglio Mario Draghi che avrebbe escluso una ridiscussione delle misure prima di lunedì.
La spinta alla mozione arriva dai dati in continuo, anche se più lento di quanto ci si sarebbe aspettai, miglioramento degli indicatori epidemiologici, su tutti quelli relativi ai ricoveri. Ma anche l'andamento della campagna vaccinale, ormai stabile a circa 500mila somministrazioni giornaliere e pronta a un'ulteriore accelerazione tra la fine di maggio e giugno, prossima a concludere la messa in sicurezza elle categorie più a rischio.
Quello che frena, però, è l'impatto delle zone gialle del 26 aprile. Come ormai sappiamo gli effetti di qualsiasi misura si vedono solo a 2-3 settimane di distanza. Quindi da questa settimana, e per questo si vuole attendere il monitoraggio settimanale del venerdì per soppesare eventuali nuovi via libera.
Salvare l'estate
Scopo della mozione è, sostanzialmente, salvare l'estate. E per questo si chiede in primis una revisione dei parametri, in particolare l'RT che tracci all'andamento dei contagi. "A parere della maggior parte dei Presidenti di Regione - si legge nella mozione - è poco affidabile, distorsivo e non fotografa realisticamente al situazione attuale". Motivo è che vaccinate le fasce anagrafiche che più rischiavano un decorso grave del Covid (ospiti delle RSA e over60) si sarebbe modificato il paradigma che rendeva l'indice utile a prevedere l'andamento dei ricoveri.
La previsione, o la scommessa potrebbe dire qualcuno, è che l'aumento dei contagi dovuto alle riaperture non si traduca più in un aumento dei ricoveri e dei decessi. Una scommessa non solo dei "riaperturisti" ovviamente, ma di tutta la campagna vaccinale e forte delle esperienze del Regno Unito, Israele e degli Stati Uniti. Un ritorno in zona rossa per una crescita del contagio senza un aumento della pressione degli ospedali si tradurrebbe in uno shock negativo per le attività di ristorazione, ricettive e per i territori più turistici. Un rischio da evitare in ogni modo.
Le richieste
Tra le richieste al Governo anche la riapertura dei centri commerciali nel fine settimana, far ripartire con protocolli di sicurezza il settore delle cerimonie, consentire nelle "zone a basso rischio" (quelle gialle) ristorazione e somministrazione di cibi e bevande al chiuso, riaprire parchi tematici e acquatici con anticipo rispetto al primo luglio, riaprire al pubblico gli stadi. Ma anche coordinarsi con gli Stati Europei per una "linea comune che possa prevedere misure omogenee di spostamento all'interno dell'Unione Europe", evitando così disparità in ambito turistico, e "adottare misure volte a consentire, anche per chi è in vacanza al di fuori della propria regione di residenza, la possibilità di accedere alle inoculazione.
E infine più controlli: le riaperture, anche per i proponenti, non devono essere un "liberi tutti" ma essere regolate da protocolli di sicurezza, che devono essere fatti rispettare. Cosa non sempre avvenuta, come già l'estate scorsa denunciavano le associazioni di categoria degli esercizi pubblici