Centro commerciale all'ex Tecnoplastica, il Comune apre all'alimentare

In commissione il progetto di un privato per l'ex Tecnoplastica Prealpina.

Centro commerciale all'ex Tecnoplastica, il Comune apre all'alimentare
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In commissione la richiesta di un nuovo centro commerciale al posto dell’ex Tecnoplastica Prealpina.

Centro commerciale all’ex Tecnoplastica, il progetto

Tradate centro commerciale all'ex tecnoplastica prealpina

Due strutture, una da 450 metri quadrati per la ristorazione e l’altra divisa in due negozi da 2064 metri quadrati (di cui circa 1300 destinati alla vendita) e 1400 metri quadrati (di cui 1120 alla vendita). E uno di questi due destinato all’alimentare. E’ questo, in sostanza, il progetto presentato martedì sera in commissione sul futuro dell’area dell’ex Tecnoplastica Prealpina, che oggi ospita solo i capannoni abbandonati ormai da anni. Un progetto che viste le elezioni comunali di maggio farà discutere.

Una variante per l’alimentare

Come già spiegato  lo scorso autunno, quando il progetto fu messo all’ordine del giorno in una commissione e poi ritirato, il Pgt di Tradate prevede per quell’area un futuro commerciale. Ma senza l’alimentare. “Come già detto per la Fornace, come Amministrazione non vogliamo limitare l’iniziativa dei privati – ha spiegato in commissione il vicesindaco Claudio Ceriani – A patto però di rispettare le regole. Quindi, si la proprietà dovrà passare per la Valutazione d’Impatto Ambientale e la Valutazione Ambientale Strategica, che misureranno l’impatto dell’alimentare sul territorio. Vogliamo recuperare quell’area,  che senza l’alimentare non è appetibile a potenziali investitori commerciali“. Un territorio e una strada, la Varesina, che però nel raggio di un chilometro contano già 5 supermercati e un traffico già spesso problematico. La commissione ha dunque approvato, con il voto contrario dei rappresentanti dell’opposizione, l’apertura della procedura che porterà alla variante al Pgt.

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A caccia di fondi

L’apertura della procedura di variante necessaria per portare lì l’alimentare permetterà anche al Comune di battere cassa al proprietario. “Con la Vas e la Via si valuteranno gli impatti della struttura – ha spiegato Ceriani – e, come fu per la Fornace, da quelle si calcoleranno le compensazioni che il provato dovrà versare al Comune. Per l’alimentare, la nostra intenzione è di chiedere lo stesso valore chiesto alla Fornace di 197 euro per ogni metro quadro destinato all’alimentare. Questi, oltre agli oneri e alle opere che la proprietà ha inserito nel progetto come i parcheggi interni, una rotonda sulla Varesina e la pista ciclabile, che non intendiamo conteggiare come compensazioni”.

“Non servono altri supermercati”

Contrarie come detto le opposizioni. Alfio Plebani (Innovazione Civica) principalmente per “i grossolani errori di calcoli e misure nel progetto preliminare che ci è stato presentato, oltre al fatto che ci sarebbero altre aree meno congestionate dove si potrebbe andare a fare interventi simili”. Più incisiva Alice Bernardoni, del Pd, ex assessore all’Urbanistica: “Il Pgt non prevedeva l’alimentare per un chiaro motivo: in quell’area ce ne sono già troppi e abbiamo visto le ricadute sul commercio del centro. L’Amministrazione non si nasconda dietro a verifiche e valutazioni che avranno ovviamente esito positivo: se non vuole l’alimentare ha tutte le carte per dire di no. Se apre alla variante è perchè è d’accordo con quel progetto”.

Il servizio completo su La Settimana di Saronno di venerdì 1 marzo.

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