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Carenza dei medici di base: la preoccupazione di Calzeroni

Il consigliere di «Democratici per Turate» inizia il suo commento sul nuovo ambito sanitario allargato a sei Comuni.

Carenza dei medici di base: la preoccupazione di Calzeroni
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«Il problema della carenza dei medici di base non è inaspettato. Basta leggere i rapporti annuali dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali». Così Leonardo Calzeroni, consigliere di «Democratici per Turate», inizia il suo commento sul nuovo ambito sanitario allargato a sei Comuni (Turate, Lomazzo, Bregnano, Cirimido, Rovellasca e Rovello Porro).

Carenza dei medici di base e tagli alla sanità pubblica

«Le responsabilità sono di tutti i governi che si sono susseguiti. Nel frattempo c’è anche stata la pandemia, un’esperienza che avrebbe dovuto imporre un cambiamento di rotta nelle politiche sanitarie. Invece prosegue lo smantellamento della sanità pubblica e nulla viene fatto per evitare la fuga di personale sanitario», puntualizza Calzeroni.

Ampliamento a sei Comuni dell'ambito territoriale

Entrando nel merito della decisione di ampliare l'ambito territoriale di scelta del medico di base: «E’ necessario per compensare la mancata sostituzione dei medici in pensione, ma non può essere spacciata come una misura migliorativa. E’ un tampone per gestire una criticità che, tuttavia, non risolve il problema della carenza di medici, né migliora la qualità della medicina territoriale. Non bisogna prendere in giro i cittadini facendo credere che ci sarà maggiore possibilità di scelta, perché la deroga concessa da Ats riguarda la sola possibilità di ricorrere a un medico fuori comune, ma non cambia il massimale di 1.500 pazienti in carico a ciascun medico, raggiunto il quale non si può più accettare nuovi pazienti come accadeva fino a oggi. Con la differenza che ora il cittadino dovrà migrare in altri paesi».  Dati alla mano: «A fronte di una popolazione di over 14 dei sei Comuni di circa 37.000 abitanti, ci sono 18 medici di base, per un rapporto di circa 2.000 abitanti per medico. I massimali sono già abbondantemente superati».

"I cittadini meritano una sanità pubblica di qualità"

«La nuova organizzazione ha riflessi sulla discontinuità del rapporto con il medico di base, destinato a cambiare con frequenza, a causa del continuo turn over dei medici assegnati spesso in via temporanea, nonché della legittima esigenza dei cittadini di tornare a un medico del proprio paese. E la situazione potrebbe addirittura peggiorare se all'allargamento dell'ambito dovesse seguire anche una riduzione del numero dei medici di base. Scenario tutt'altro che improbabile, visti i tagli. Mentre non si riduce affatto la pressione fiscale sui cittadini, che fruiscono dei servizi sanitari non per concessione dello Stato, ma perché pagano le tasse», conclude.

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