Candiani (Lega): "Non si può aspettare il contagio zero per tornare a vivere"
Il senatore tradatese: "Dovremo convivere col virus e coi vaccini, la rete di somministrazione dovrà lasciare i grossi hub e diventare capillare"

Il senatore della Lega Stefano Candiani è intervenuto questa mattina a SkyTg24 lanciando importanti messaggi in tema di vaccinazioni, riaperture e scenari futuri della lotta all'epidemia.
Candiani (Lega): "Dobbiamo riprenderci gli spazi pubblici e aperti"
Si corre sui vaccini, si inizia a riaprire ma si guarda anche con preoccupazione all'andamento dei dati dell'epidemia, che oltre a poter determinare nuove richiusure portano soprattutto con loro nuovi decessi che si sommano agli oltre centomila (siamo a 120.000 circa) pianti da oltre un anno a questa parte. La domanda quindi sorge spontanea e ha accompagnato le discussioni politiche delle ultime settimane: è necessario riaprire? Il "rischio calcolato", come ha detto Draghi, vale il gioco?
Il calendario delle riaperture è stato avviato lunedì e le prossime tappe sono fissate, per quanto soggette sempre a cambiamenti in corso se i dati dovessero peggiorare troppo. Ma per il senatore Stefano Candiani, ormai non si può più tornare indietro.
"Definire le date per le riaperture è come stabilire da calendario che il 21 marzo inizia la primavera: qualche giorno dopo può fare freddo o caldo ma primavera è iniziata - ha spiegato con una metafora nel collegamento di stamattina a SkyTg24 - Noi ci siamo detti 'iniziamo a riaprire', calcolando che ci sarà un rialzo dei contagi ma con una seria campagna di vaccinazione che prosegue e con controlli seri, guardando che persone si comportino correttamente. In una convivenza come questa dobbiamo ricominciare a riprenderci gli spazi pubblici e aperti e far rivivere il paese. E questione non solo economica ma anche sociale, le persone chiuse in casa non hanno migliorato la propria qualità di vita".
Prepararsi a superare la strategia degli hub
C'è anche la questione vaccinazioni. Da parte delle istituzioni c'è reticenza a dirlo con chiarezza ma non ci sono ormai dubbi che la "tornata vaccinale" che stiamo vedendo oggi in campo non sarà risolutiva. Saranno necessari richiami per aggiornare il sistema anticorpale contro nuove varianti o anche solo per "rinfrescare" la risposta immunitaria indotta dal vaccino. Ogni quanto tempo ancora non si sa ma una campagna massiva e concentrata come quella attuale non può durare per anni.
"Gli hub vaccinali e le grandi strutture dovranno essere superati con una capillarizzazione - anticipa il senatore - Coi vaccini avremo a che fare per parecchio tempo, e avremo nel futuro a disposizione altri vaccini come per l'influenza. Dovremo farci i conti. In questa fase si è risolto tutto con una forte centralizzazione nei grossi hub e va benissimo ma per il futuro si dovranno rendere efficaci tutti i presidi sul territorio, dai medici di famiglia ai piccoli ospedali o altre formule. Si dovrà rendere il più facile possibile per la gente vaccinarsi e dovremo abituarci a conviverci: non possiamo aspettare il contagio zero perchè altrimenti non viviamo più".
Niente più passi indietro comunque: "Se ci sono focolai - ha concluso il tradatese- si chiudono i focolai. Se c'è un focolaio in un paese si chiude quel paese e non la Regione, e se c'è un problema in una regione si chiude quella e non tutta l'Italia. Se non lo capiamo non ne usciremo più".