Fusione

Bardello, Malgesso e Bregano diventano un unico Comune

I cittadini dei tre Comuni avevano dato il via al processo di fusione con tre referendum a febbraio

Bardello, Malgesso e Bregano diventano un unico Comune
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Si è conclusa oggi, con l’approvazione all’unanimità di una legge regionale e di un atto amministrativo, la fase degli adempimenti di Regione Lombardia ai fini della fusione dei Comuni di Bardello, Malgesso e Bregano in provincia di Varese.

Unione vicina: Bardello, Malgesso e Bregano saranno un unico Comune

Le tre amministrazioni locali potranno ora avviare le procedure conclusive dell’iter in vista dello svolgimento delle elezioni per il nuovo Consiglio comunale e il nuovo Sindaco.

“Le tre amministrazioni comunali e i cittadini col referendum consultivo -ha detto in Aula la Vice Presidente del Consiglio regionale Francesca Brianza (Lega)- non hanno soltanto deciso di stringere ulteriormente il loro legame per una operazione di spending review e di efficacia amministrativa, ma hanno compiuto una scelta politica, culturale, finalizzata alla modernizzazione e all’innovazione della loro realtà. Il fatto che la fusione sia stata preceduta dall’istituzione dell’unione comunale dimostra come non si sia deciso di procedere ad una ‘fusione a freddo’ tra enti. La scelta dell’aggregazione comunale, in un territorio omogeneo e adatto a un processo di fusione, è infatti maturata tramite un percorso a tappe, con una prima fase che ha previsto la gestione associata dei servizi. Qui abbiamo la dimostrazione che possono procedere di pari passo la promozione dell’identità territoriale e la necessità di un contenimento della spesa pubblica pur assicurando la qualità dei servizi”.

L'iter e la fusione

Il nuovo Comune prenderà il nome di Bardello con Malgesso e Bregano e avrà circa 3600 abitanti. I tre enti locali, che già fanno parte dell’unione di Comuni denominata “Unione Ovest Lago di Varese”, più di un anno fa avevano deliberato a favore dell’indizione di tre referendum, poi rinviati di qualche mese a causa delle norme anti Covid e indetti infine per domenica 20 febbraio 2022. Preso atto dell’esito, che ha visto tra i votanti prevalere largamente i favorevoli, è toccato al Consiglio regionale completare le procedure. Con la legge e l’atto amministrativo approvati oggi si dà corso alla fusione dei Comuni e si autorizza il rimborso delle spese sostenute dagli enti locali per il referendum: complessivamente si tratta di circa 10 mila euro a carico della Regione.

Risparmi e efficienza

In un’ottica di lungo periodo, con la fusione il conseguimento di risparmi di spesa per l’ente e tributari per i cittadini possono essere notevoli, soprattutto per quanto riguarda la struttura amministrativa (unificazione di revisori dei conti, tesoreria, segretario comunale). Un recente studio del Ministero degli Interni ha evidenziato come sotto il profilo della spesa per il personale i piccoli comuni fondendosi possono raggiungere economie di spesa stimate tra il 10 e il 15 %, senza ridurre i servizi comunali. La fusione consente inoltre l’accesso a condizioni di favore e incentivazione previste sia a livello statale che a livello regionale, mantenendo il nuovo comune nella categoria ‘Piccoli comuni’ (al di sotto dei 5 mila abitanti).

Regione garante contro le frammentazioni comunali

Dal 2011 ad oggi nella nostra regione sono state approvate oltre 30 fusioni attraverso la soppressione di una settantina di comuni.

 “La Lombardia -ha detto ancora Francesca Brianza- è tra le regioni che con maggiori risultati hanno perseguito l’obiettivo della riduzione della frammentazione comunale. In tutti questi casi la nostra regione si è fatta garante che nelle fusioni siano stati contemperati l’entusiasmo per i vantaggi di natura amministrativa e finanziaria con le preoccupazioni per la difesa dell’identità comunale, al fine di evitare un’imposizione dall’alto nella ridefinizione dei territori comunali”.

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