Agricoltori da Varese a Bruxelles con Coldiretti contro la "tecnocrazia Von Der Leyen"
"Facciamo sentire la nostra voce per difendere il nostro futuro e quello dell’Europa. Abbiamo bisogno dell’Europa come il pane, ma questa non è l’Europa che vogliamo"

I giovani agricoltori varesini e lombardi scendono in piazza con Coldiretti contro le politiche europee in tema di agricoltura.
Agricoltura, anche Varese in piazza a Bruxelles con Coldiretti
Maglie e bandiere gialle, quelle di Coldiretti, in piazza a Bruxelles per, spiegano "denunciare il tentativo dei tecnocrati europei, guidati da Ursula Von der Leyen, di distruggere l’agricoltura, la produzione di cibo e la sicurezza alimentare in Europa, mettendo a rischio le fondamenta stesse della democrazia".
"Abbiamo bisogno dell’Europa come il pane, ma questa non è l’Europa che vogliamo"
Questo il messaggio degli agricoltori partiti da Varese e dalla Lombardia con l'associazione di categoria, delegazione parte di un’azione coordinata da Bruxelles a Roma
L'iniziativa di protesta
L’iniziativa ha coinvolto centinaia di giovani agricoltori di Coldiretti: la delegazione di Coldiretti Lombardia era presente a Bruxelles insieme, tra gli altri, al presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, al presidente nazionale di Coldiretti Giovani Enrico Parisi, alla responsabile nazionale di Coldiretti Donne Mariafrancesca Serra, alla presidente di Campagna Amica Dominga Cotarella.
Fanno parte della delegazione anche giovani delle province di Varese, la cui delegata di Giovani Impresa Miriana Grilli dichiara:
"Noi giovani agricoltori non chiediamo favori, ma giustizia. Vogliamo un’Europa che difenda chi lavora la terra, chi preserva l’ambiente, chi garantisce cibo sano e sicuro per tutti. Basta decisioni calate dall’alto, senza dialogo, senza rispetto. Se l’Europa non cambia rotta, sarà colpa sua se i cittadini perderanno fiducia nella democrazia. Noi non molleremo".
"Difendiamo il futuro nostro e dell'Europa"
“Facciamo sentire la nostra voce per difendere il nostro futuro e quello dell’Europa - commenta Giovanni Bellei, delegato giovani Coldiretti Lombardia - Abbiamo bisogno dell’Europa, ma non di un’Europa che mette in pericolo la nostra capacità produttiva e la nostra sicurezza alimentare tagliando risorse all’agricoltura, che non ritiene necessario pretendere il principio di reciprocità negli scambi commerciali, che impone norme sganciate dalla realtà o procedure burocratiche soffocanti”.
Contro Ursula Von der Leyen
I giovani Coldiretti hanno esposto striscioni raffiguranti Ursula Von der Leyen nella sua “Vonderland”, accompagnati da messaggi chiari come: “non spegnere la democrazia!”, "non spegnere la salute" "non spegnere l'agricoltura", sempre più minacciata, secondo chi protesta, da una Commissione Europea che "ignora sistematicamente le scelte del Parlamento europeo e agisce senza confronto democratico".
Gli striscioni, oltre ad essere stati esposti dal palazzo di Farm Europe a Bruxelles a pochi passi da quello di Berlaymont sede della Commissione Europea, sono stati alzati in cielo anche in alcuni luoghi iconici di Roma come il Colosseo, Fontana di Trevi e Piazza Navona, e con valore anche politico come il Senato.
Dazi e immobilismo
Una protesta che arriva a pochi giorni dall'annuncio della stangata sui dazi, "che vede ancora una volta la Von der Leyen indiziata numero uno di un immobilismo che sta affossando l'economia europea con rischi ora per l'agricoltura dieci volte più gravi dei danni che potrebbero causare i dazi di Trump", aggiungono.
"Questi potrebbero essere gli effetti delle nuove proposte di bilancio che la Commissione presenterà domani, a partire da un fondo unico tra politiche di coesione e politica agricola. Per la prima volta dal 1962 l’Europa non avrebbe più un budget destinato con chiarezza al sostegno della produzione di cibo e alla sicurezza degli approvvigionamenti alimentari".
Perchè in piazza
“Siamo scesi in piazza perché è in gioco molto più del nostro futuro: è in gioco la democrazia e la stessa idea di Europa - dichiara da Bruxelles il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini - Di fronte all’arroganza di una burocrazia europea che, sotto la guida della presidente Von der Leyen, calpesta ogni giorno il lavoro degli agricoltori e ignora sistematicamente la volontà dei cittadini. Un’Europa che toglie risorse alla produzione di cibo per destinarle al riarmo, che apre le porte a prodotti stranieri privi di garanzie, che firma accordi senza reciprocità e impone regolamenti scollegati dalla realtà agricola. Questa non è l’Europa che vogliamo. Un'Europa che in questo momento si ritrova a trattare con la minaccia di dazi USA al 30% figli di un'incapacità della Von der Leyen di negoziare in prima persona e di difendere la nostra economia. Ennesimo tassello di una politica economica e produttiva totalmente fallimentare, che sta facendo chiudere interi settori europei, avvantaggiando paesi come la Cina. Oggi gli agricoltori non chiedono privilegi, ma rispetto: per chi ogni giorno garantisce sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e presidio del territorio. Non accetteremo più decisioni imposte dalla Presidente, senza confronto, senza ascolto, senza dignità”.
"Europa tradita, serve coraggio"
“Lo diceva Sant’Agostino: la speranza ha due figli, lo sdegno e il coraggio. E oggi è il tempo di entrambi - afferma da Roma il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo - Sdegno per un’Europa tradita da chi, come Ursula von der Leyen, pretende di governarla ignorando le posizioni del Parlamento, degli Stati membri e dei suoi stessi Commissari. Facendo scelte che vanno contro le esigenze dei cittadini e delle imprese. Coraggio, perché dobbiamo fermare chi vuole smantellare la Politica Agricola Comune per finanziare i carri armati al posto del pane. Una tecnocrazia cieca e arrogante, chiusa nei palazzi della Commissione, sta stravolgendo lo spirito originario dell’Unione, nata per unire i popoli e non per opprimerli. Ma noi non ci stiamo: senza agricoltura non c’è sovranità, senza cibo non c’è pace, c’è solo guerra. Coldiretti si mobilita per difendere il cuore dell’Europa vera: quella delle campagne, del lavoro, delle comunità. Non possiamo lasciare che l’Europa si trasformi in Vonderland. E ricordiamo a tutti: contro i contadini non si governa”.