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La rabbia della lega
Accordo Italia-Svizzera, i parlamentari leghisti: "Pd ancora una volta senza vergogna"
Onorevoli ed europarlamentari del Carroccio: "Non accettiamo lezioni da chi si è sempre disinteressato delle sorti dei frontalieri"

Anche i parlamentari della Lega Stefano Candiani, Nicola Molteni, Eugenio Zoffili, Matteo Bianchi e Dario Galli, insieme all'europarlamentare Alessandro Panza, ribattono agli attacchi del Partito Democratico dopo gli attacchi per le proposte sull'accordo Italia-Svizzera.
Accordi Italia-Svizzera, la rabbia della Lega
"Senza vergogna: ancora una volta, il Partito Democratico mistifica la realtà al solo fine di mascherare i propri fallimenti". Niente mezzi termini e replica a muso duro da parte dei parlamentari ed europarlamentari leghisti dopo l'attacco dei consiglieri regionali Pd sul tema degli accordi fra Italia e Svizzera, che avevano aspramente criticato le proposte inviate dalla Regione a Roma e Berna definendole "peggiorative" e lesive dei frontalieri.
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"La Lega, a differenza del Pd sempre attenta e vicina alle esigenze dei frontalieri, aveva bloccato l’accordo portato avanti dalla sinistra con la Svizzera, che aveva un impatto fortemente negativo sui lavoratori frontalieri e che mortificava i territori di confine, al fine di ottenere un provvedimento migliorativo - spiegano gli onorevoli leghisti tra cui l'ex Sottosegretario al Ministero dell'Interno Stefano Candiani, che durante l'incarico al Viminale si era occupato della questione - Così stanno le cose: tutto il resto sono solo accuse strumentali da parte del Pd. Non accettiamo lezioni da chi si è sempre disinteressato delle sorti dei frontalieri, da chi durante l’emergenza Coronavirus non si è minimamente occupato della riapertura delle frontiere, ancora attuale dal momento che ci sono tuttora dogane chiuse e disagi per i lavoratori, e da chi si è opposto alla richiesta della Lega di prevedere fondi a sostegno dei frontalieri che perdono il lavoro a causa delle conseguenze dell’epidemia. Il governo Pd-M5S aveva annunciato a gran voce una riapertura delle frontiere il 3 giugno, la Svizzera li ha smascherati: se va bene si dovrà aspettare una settimana, altrimenti un mese. Il Pd dovrebbe rendersi conto che oggi più che mai c’è bisogno di risposte certe e azioni concrete, non di sterili polemiche”.