Pedemontana

Nuovi fondi pubblici per completare Pedemontana. Onlit: "Il mercato l'ha già bocciata"

550 milioni di euro da Cassa Depositi e Prestiti e Bei, un miliardo da Regione. Sperando di riuscire finalmente a concludere l'autostrada che "vanta" già due record: la più costosa e la più in ritardo d'Italia

Nuovi fondi pubblici per completare Pedemontana. Onlit: "Il mercato l'ha già bocciata"
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A sei anni dallo "stop" a Lentate sul Seveso e con 57 chilometri d'autostrada dei 75 da realizzare (su 125 totali), è arrivato nei giorni scorsi il via libera a una nuova tranche di fondi per altri 1,7 miliardi di euro. Pubblici.

Pedemontana, nuovi fondi (pubblici)

Da una parte la possibilità di riprendere (e magari concludere) i lavori fermi dal 2015, dall'altra la prova che i piani iniziali per la Pedemontana, che prevedevano una forte partecipazione dei privati secondo la formula del project financing per cui si diceva che gli investimenti si sarebbero ripagati coi pedaggi, sono naufragati. Perchè per "salvare" il progetto Pedemontana sono dovuti arrivare 1,7 miliardi costituiti da fondi pubblici: Cassa Depositi e Prestiti e Banca Europea di Investimenti (da questa, 550 milioni di euro), più Regione Lombardia, socio di riferimento che ci metterà un miliardo.

Nei piani iniziali, invece, si puntava su fondi di investimento privati, che si pensava avrebbero partecipato e sostenuto la società in cambio dei proventi dei pedaggi integrando gli 1,2 miliardi di euro del finanziamento a fondo perduto dello Stato. "Consumati" questi e le prime iniezioni private per i primi 20 chilometri, di altri investitori non ne sono arrivati e i cantieri si erano fermati.

Onlit: "Già due record: la più costosa e in ritardo d'Italia"

Fortemente critico sui nuovi fondi e scettico sul futuro e la necessità dell'opera Onlit, l'Osservatorio nazionale liberalizzazione infrastrutture e trasporti:

"Non sorprende che ora con i lavori fermi dal 2015, dopo aver realizzato le prime tre tratte di 23 km,  per completare la Pedemontana si sia ricorso alle banche pubbliche Bei e Cassa depositi e Prestiti per ottenere la provvista finanziaria di 2 miliardi necessaria per continuare l’opera - commenta il presidente dell'Osservatorio Dario Ballotta - Opera iniziata nel 2010 e che doveva essere completata nel 2015.  E’ che è già costata 56 milioni a km (4 in più di Brebemi) e  già detiene due record: essere la più costosa  e la più in ritardo nella realizzazione d’Italia. L’autostrada che doveva  essere realizzata con un project financing e che ha contato  su un contributo a fondo perduto di 1,2 miliardi da parte dello Stato, una volta  divorati questi  soldi pubblici, si è arenata.

Il mercato finanziario in più di una occasione ha mostrato di non aver fiducia nel progetto. Ciò vista la crescita dei costi, l’allungamento dei tempi, gli enormi problemi ambientali (la diossina a Seveso) da superare e il  traffico che è stato sovrastimato per giustificare il progetto.  Le banche private sono state attente a non prendersi  questo rischio, non credendo alla promessa che l’opera  si sarebbe ripagata con i pedaggi".

"Modello Brebemi, che è in perdita"

"Per rianimare Pedemontana - continua Balotta -  la Regione Lombardia, azionista di controllo, che ha già sborsato 350 milioni di aumento di capitale e trasformato in prestito una garanzia di 900 milioni del 2017 per non farla fallire ha adottato la soluzione più comoda già presa dalla Brebemi. Visto che nessuna banca voleva assumersi  il rischio di non vedersi restituito l’enorme prestito richiesto  si è fatto intervenire lo Stato che ha messo in campo i più importanti istituti di credito pubblici; la Cassa Depositi e Prestiti e la BEI (16% di quote dello Stato Italiano). Attenzione però, completata da 6 anni la Brebemi ha il traffico di una modesta strada provinciale, ha chiuso tutti i suoli bilanci in rosso e non ha ancora cominciato a pagare i mutui contratti, con la  Bei e alla Cassa Depositi e Prestiti".

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