Export a Varese e provincia: il 2024 si è chiuso con un -7,2%
I dati meritano attenzione, specialmente se consideriamo i rischi legati ad un inasprimento delle politiche commerciali statunitensi nei prossimi mesi

Secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili sui flussi di commercio estero della provincia di Varese, elaborati dal Centro Studi di Confindustria Varese, nel 2024 le esportazioni in valore sono state pari a 11,7 miliardi di euro, in calo del -7,2% sul 2023 (a livello italiano il dato è calato del -0,4% - se calcolata al netto degli energetici, la variazione italiana diventa +0,3%).
Export a Varese e provincia: il 2024 si è chiuso con un -7,2%
Le importazioni in valore sono state pari a 9,1 miliardi di euro, in aumento del +3,0% sul 2023 (a livello italiano il dato è calato del -3,9% - se calcolata al netto degli energetici, la variazione italiana diventa -0,7%); il saldo commerciale in valore è risultato positivo per 2,6 miliardi di euro, ma risulta in calo del -31,5% rispetto al 2023.
Il quadro di diminuzione delle esportazioni varesine nel 2024 è il risultato di un andamento negativo diffuso alla maggior parte dei comparti, ma concentrato specialmente nell’elettrodomestico e negli articoli di abbigliamento, escluso l’abbigliamento in pelliccia. Ci sono comunque dei settori che contribuiscono positivamente, ma non sufficientemente da portare in terreno positivo il dato generale: gli aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi e i medicinali e preparati farmaceutici.
Il dato di calo del 2024 è causato, per lo più, da una performance negativa dei singoli terzo e quarto trimestre 2024 sugli stessi periodi del 2023.
In termini di mercati di destinazione, sono in calo i flussi di export verso l’area UE (-3,8% sul 2023), ma in calo ancor più netto le esportazioni verso l’area extra-UE (-10,3%), soprattutto per dati negativi concentrati in chiusura d’anno. In particolare, si evidenzia una riduzione delle esportazioni verso tutti i primi tre mercati di sbocco dell’export varesino, che spiega la maggior parte della riduzione generale del dato: Germania (-4,8%), Francia (-11,9%) e, in maniera ancora più accentuata, gli Stati Uniti (-22,7%).
I mercati di riferimento
I flussi di export verso l’area UE 27 sono diminuiti notevolmente (-3,8% sul 2023), specialmente verso partner come Germania (-4,8%), ove il dato risente della diminuzione dell’export di altri prodotti in metallo, di aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi, e di apparecchi per uso domestico, e Francia (-11,9%), dove oltre all’elettrodomestico impatta la diminuzione di flussi legati ai medicinali e preparati farmaceutici, agli articoli in materie plastiche e ai tessuti. Aumentano invece le esportazioni verso Polonia e Paesi Bassi (rispettivamente +9,4% e +14,5%), nel primo caso trainate dalle esportazioni dell’aerospazio, mentre nel secondo da quello di medicinali.
Sono calati ancor più intensamente i flussi di export verso l’area extra UE 27 (-10,3% sul 2023). In particolare, sono in calo le esportazioni verso gli Stati Uniti (-22,7%), Svizzera (-1,1%) e Cina (-4,2%). Incrementano invece i flussi verso il Regno Unito (+5,1%).
Analisi settoriale
In termini di composizione settoriale, con riferimento ai settori maggiormente rappresentativi del territorio, si evidenzia che nel 2024 il 55% delle esportazioni ha avuto origine dal settore metalmeccanico, l’8% dal tessile-abbigliamento-pelletteria, il 15% dal chimico-farmaceutico e l’8% dal settore gomma e materie plastiche.
Nel 2024, il settore metalmeccanico ha registrato un importante calo dell’export rispetto al 2023 pari al -8,6% e un aumento dell’import pari al +2,9%.
All'interno del settore, si rileva una diminuzione delle esportazioni in tutti i sotto-comparti, tranne che per i mezzi di trasporto, che segnano un incremento del +9,5%. Questo risultato è dovuto in gran parte all'importante crescita delle esportazioni nel comparto aerospaziale (+17,4%). È forte il calo registrato nell’export dell’elettronica (-23,5%) e dell’elettrotecnica (-28,6%). La flessione riguarda tutti i gruppi di prodotto del comparto, specialmente gli apparecchi per uso domestico che vedono un calo del -61,2%.
Le esportazioni di prodotti della metallurgia sono in flessione del -8,7%; i flussi di export dei prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) si sono ridotti del -12,9%.
Registra un calo anche il mondo dei macchinari e apparecchi meccanici (-8,8%), che pesa quasi per il 20% del totale dell’export provinciale nel periodo considerato: tutti i gruppi ATECO derivati hanno segnato un calo per effetto negativo dei singoli III e IV trimestre, specialmente le altre macchine per impieghi speciali (-11,7%), le macchine di impiego generale e le altre macchine di impiego generale (rispettivamente -7,4% e -7,7%) e le macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili (-6,3%).
Il settore tessile, abbigliamento e pelletteria, rispetto al 2023, ha segnato un forte calo delle esportazioni (-26,8%) e un aumento dei flussi di import (+2,6%). All’interno del settore, tutti i sotto-comparti mostrano una flessione delle esportazioni, più forte per gli articoli in pelle e l’abbigliamento (rispettivamente -40,6% e -39,5%) che per i prodotti tessili (-8,9%).
Il settore chimico-farmaceutico, rispetto al 2023, ha segnato un aumento dell’export (+5,4%) e dell’import (+1,9%). Alla crescita complessiva dell’export del settore, ha contribuito positivamente l’aumento dei flussi di export di prodotti farmaceutici (+28,6%) – specialmente medicinali e preparati farmaceutici - a fronte, invece, di un calo dell’export dei prodotti chimici (-7,7%) – specialmente per quanto concerne i prodotti chimici di base.
Nel settore gomma e materie plastiche, rispetto al 2023, calano sia le esportazioni (-7,6%) sia le importazioni (-5,4%). Il calo delle esportazioni ha interessato sia gli articoli in materie plastiche (-6,5%), sia gli articoli in gomma (-19,3%).
Tra i comparti più di nicchia, rispetto al 2023, si è registrato un aumento nelle esportazioni degli alimentari (+9,2%), delle bevande (+1,9%), della carta (+2,3%) e della stampa (+1,5%); in calo invece i flussi di export del legno (-18,5%).
Di seguito è riportato un riepilogo dei dati del commercio estero nel periodo gennaio-dicembre 2023 e nel gennaio-dicembre 2024 per le divisioni dei codici ATECO:
Focus Stati Uniti
Nel 2024, i principali partner commerciali della provincia di Varese hanno fornito un contributo negativo alla variazione degli scambi internazionali. Gli Stati Uniti, storica destinazione dell’industria del nostro territorio, hanno visto in fattispecie nel 2024 una riduzione dell’export varesino pari al -22,7%, incidendo notevolmente sul trend generale del commercio estero provinciale.
Le variazioni per ogni singolo trimestre (sullo stesso trimestre del 2023) dell’export di Varese verso gli Stati Uniti sono state le seguenti:
I trimestre 2024: -1,9%
II trimestre 2024: -19,7%
III trimestre 2024: -43,7%
IV trimestre 2024: -19,0%
Nei fatti, il dato negativo si è concentrato nel III trimestre, ma non ha segnato poi una ripresa in chiusura d’anno. Siccome l’analisi è concentrata sul 2024, non è ancora possibile misurare gli effetti del ritorno al protezionismo della nuova Amministrazione statunitense (insediatasi a fine gennaio 2025), ma è ragionevole attendersi che il ritorno a politiche commerciali aggressive possa avere effetti negativi sulle supply chain e le interdipendenze strategiche, assieme alla possibile escalation delle tensioni geopolitiche trascinate da anni (Russia e Ucraina, Medio Oriente, Cina e Taiwan) e al generarsi di nuove fratture geoeconomiche (tra cui le crescenti tensioni tra USA e i suoi vicini Canada e Messico, ma anche con l’Unione Europea, in un quadro più complessivo di possibile ridefinizione dei rapporti strategici).
In questo contesto, può essere utile uno sguardo al grado di esposizione degli scambi di Varese verso gli USA in termini merceologici. Nel 2024, oltre il 50,4% del valore dell’export totale varesino risultava indirizzato al di fuori dell’UE e il 7,4%, nella fattispecie, verso gli USA (terza destinazione dell’export provinciale).
Sotto il profilo merceologico, nel 2024 l’export in valori correnti di beni varesini diretto verso gli Stati Uniti è stato costituito principalmente da (prime tre categorie):
Macchinari e apparecchiature: 203,4 milioni di euro (23,5% dell’export varesino verso gli USA);
Altri mezzi di trasporto – di cui maggior parte aerospazio: 122,8 milioni di euro (14,2% dell’export varesino verso gli USA);
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici: – di cui maggior parte medicinali: 61,2 milioni di euro (7,1% dell’export varesino verso gli USA).
I dati meritano attenzione, specialmente se consideriamo i rischi legati ad un inasprimento delle politiche commerciali statunitensi nei prossimi mesi. Specialmente il sistema moda italiano è già soggetto a misure protezionistiche da parte del mercato statunitense a prescindere dalle decisioni della nuova Amministrazione americana: al 2022, secondo i dati più recenti di World Bank-World Integrated Trade Solution, la tariffa media praticata dagli Stati Uniti verso le imprese esportatrici italiane per il tessile-abbigliamento e per le calzature ammontava al 10,3%, mentre per pelli e cuoio al 7,5%. Un dato ben superiore alla media generale di tutti i prodotti del 3,1% e di altre nicchie merceologiche come mezzi di trasporto (2,1%) o il chimico-farmaceutico (0,7%). Quadro peraltro “sbilanciato” se visto all’inverso: nel 2022 le imprese americane che hanno esportato in Italia hanno subito una tariffa media dell’1,1% e significativamente inferiore in termini relativi se guardiamo proprio al sistema moda: 8,8% per tessile-abbigliamento, 7,7% per calzature e 1,5% per pelli e cuoio. Un quadro sostanziale di non reciprocità tra Italia e USA nei regimi tariffari, sebbene la bilancia commerciale italiana e varesina verso gli USA sia in surplus stabilmente da anni.
Per tornare ai dati dell’export varesino verso gli USA nel 2024, è utile comunque sapere che il confronto col 2019 rimane positivo (a valori correnti): +35,7%.
A livello settoriale, la domanda estera americana dell’abbigliamento varesino è superiore del +73,6% rispetto al 2019, quella delle bevande del +89,2% e per gli altri mezzi di trasporto del +84,8%. Calano rispetto ad allora, come per il 2023, i prodotti di elettronica (-32,0%) e i prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature (-41,5%).