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Purgatorio. I sospesi: nel 700° di Dante a Saronno una mostra per Furio Cavallini

Purgatorio. I sospesi: nel 700° di Dante a Saronno una mostra per Furio Cavallini
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A Casa Morandi in esposizione dal 10 ottobre opere a olio e una serie di disegni

La mostra “Purgatorio. I sospesi”

Una testimonianza artistica della condizione di isolamento che comporta la malattia mentale. È quella che troviamo nei ritratti realizzati da Furio Cavallini negli anni ottanta agli ospiti dell’ex manicomio di Trieste. Dal 10 al 24 ottobre, alcuni di quei disegni saranno esposti all’interno della mostra “Purgatorio. I sospesi”, che inaugura sabato 9 ottobre alle 16 nella Sala Nevera di Casa Morandi a Saronno.

Organizzata in occasione del 700° anniversario della morte di Dante dall’Associazione Flangini, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Saronno, la mostra, a cura di Elisa Favilli e Cristina Renso, con l’intervento di Diego Furgeri, vuole omaggiare la figura di Furio Cavallini in vista dei dieci anni dalla sua scomparsa.

L’inaugurazione

Al vernissage, che anticiperà di un giorno la giornata mondiale della salute mentale del 10 ottobre, saranno presenti alcuni ragazzi dell’Accademia del Profondo, per una breve dimostrazione del loro recente lavoro sull’Inferno di Dante, e la figlia dell’artista, Giulia Cavallini, che racconterà della singolare esperienza vissuta dal padre nell’ex ospedale psichiatrico di Trieste, dove Franco Basaglia aveva esercitato fino alla chiusura. Inoltre, saranno letti alcuni testi degli scrittori Luciano Bianciardi, Carlo Cassola e Mauro Furgeri, amici di Furio Cavallini.

Pittore molto noto dalla metà del secolo scorso, Furio Cavallini ha intensamente lavorato tra Toscana, Lombardia e Friuli. Tra i temi a lui più cari ci sono le giacche maschili dismesse, le nature morte e i paesaggi, tutti presenti in mostra con alcune opere a olio. Da artista provocatorio, già negli anni sessanta coglie le contraddizioni di un eccessivo sviluppo economico che porta all’alienazione dell’uomo e all’estenuazione fisica fino alla malattia.

Sezione dedicata ai ritratti

La mostra dedica un’intera sezione ai ritratti dei malati dell’ex manicomio nel Parco di San Giovanni a Trieste, dove nel 1987 Cavallini si rifugia, trasferendovi il suo studio, lasciata Milano a seguito di una crisi creativa. In neanche un anno realizza numerosi dipinti e disegni che ritraggono gli ultimi ospiti dimenticati nella struttura psichiatrica ormai chiusa, cogliendo la loro condizione “purgatoriale”: «Sospesi tra una vita malata e “la vita sana”, spettatori indifesi e inermi di esistenze altrui. I rami degli alberi diventano sbarre che li escludono dalla realtà e con essi l’artista che ne condivide l’esperienza: attraverso le finestre essi possono solo osservare il mondo e la vita che scorre poco lontano nel parco divenuto pubblico.» (Cristina Renso)

«Sono istantanee, storie fissate in fogli 50x70, ritratti schizzati dove il colore è bandito per offrire al gesto tutta la sinteticità con cui uno sguardo sa catturare la complessità di un tutto fatto di un vissuto complesso a cui le parole, per pudore o senso morale, non sanno dare giustizia. La matita segna il limite di un viso, ne segnala il confine oltre il quale la storia perde la sua intensità, mentre consegna al lettore la responsabilità di restituire dignità al soggetto, che privo di un nome ci riporta alla casualità dell’Essere, alla fatalità con cui la diversità ci limita a turno nella parentesi temporanea della follia.» (Elisa Favilli)

La mostra “Purgatorio. I sospesi” è promossa da Comune di Saronno e Associazione Flangini e realizzata Organizzazione Flangini con il patrocinio di Regione Lombardia e il sostegno di Unitre Saronno, CulturalMente & MusicalMente, Progetto UFO.

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