Cultura

Cislago, le bellezze della chiesa di Santa Maria della Neve

Dopo due anni di pandemia il santuario e tutti i suoi «tesori» storici e artistici sono finalmente tornati a essere visitabili grazie all’impegno dei volontari della Pro loco.

Cislago, le bellezze della chiesa di Santa Maria della Neve
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Cislago, dopo i due anni di pandemia il Santuario di Santa Maria della Neve e tutti i suoi «tesori» storici e artistici sono finalmente tornati a essere visitabili grazie all’impegno dei volontari della Pro loco cittadina. A luglio il nuovo presidente Fabrizio Italo Mazzucchelli e gli altri volontari hanno infatti già aperto le porte della chiesetta e hanno fatto da «ciceroni» a una decina di visitatori, alcuni arrivati anche da fuori paese appositamente per ammirarla. All’evento hanno partecipato anche gli assessori Romina Codignoni e Michele Uboldi.

Cislago, il Santuario di Santa Maria della Neve si apre al pubblico

«Siamo soddisfatti dell’esito della prima visita stagionale sia perché era la prima dopo lo stop pandemico sia perché hanno visitato la chiesa una decina di persone, di cui due da Busto Arsizio», anticipa il presidente Mazzucchelli, aggiungendo: «La prossima visita sarà il 7 agosto. Come da tradizione, in questa data si sarebbe dovuta tenere la festa dedicata al santuario, ma per problemi tecnici non si potrà organizzare e così abbiamo pensato a una visita alle 17.30, a cui seguirà un aperitivo». L’obiettivo della Pro loco è valorizzare e fare conoscere ulteriormente questo «gioiello» cittadino: «E’ un peccato che ci siano ancora molti concittadini che non hanno mai ammirato questa bellezza, che è un orgoglio per tutto il paese. Ricordo ancora quando ero sindaco e, nel 2001 in occasione dell’intervento di ristrutturazione straordinaria, emersero al di sotto della vernice grigia delle pareti i circa 200 metri quadri di affreschi prestigiosissimi. Rimasi senza parole e ancora oggi provo la stessa sensazione quando vi entro, specialmente ascoltando le spiegazioni della nostra guida di fiducia, grande esperto del santuario, il volontario Abramo Morandi». E infine: «Per tutti questi motivi continueremo a garantire le visite ogni prima domenica del mese fino a settembre, oppure su prenotazione laddove ci fosse una richiesta speciale. Ringraziamo naturalmente la parrocchia che ci consente di organizzare queste iniziative culturali».

Le bellezze artistiche della chiesa

La presenza di questa chiesetta è documentata già dalla fine del XIII secolo dove, in un libro, si parlava della confraternita di S. Maria minore. Inizialmente c’era un’unica navata e i pittori della famiglia Lampugnani di Legnano furono chiamati ad affrescare le nicchie nella prima metà del 1500. Poi ci furono interventi successivi per la realizzazione dell’altare e della cappella di Sant’Antonio. Dopo le devastazioni napoleoniche i Castelbarco intervennero per risistemare la chiesetta. Gli affreschi che l’abbelliscono sono sicuramente un simbolo di arte e devozione. Basti pensare che qui sono state affrescate ben 27 Madonne: numerose sono Madonne del latte, ma c’è anche la Madonna della tenerezza che abbraccia Gesù bambino o dell’aiuto, col mantello aperto. Tra gli altri personaggi raffigurati abbiamo diversi santi: sant’Ambrogio che non poteva mancare, sant’Agapito protettore di chi ha calcoli renali, san Mamete protettore dei caseari, san Sebastiano, san Rocco e anche san Carlo dipinto dopo la canonizzazione nel 1610. In uno degli affreschi ai piedi della Madonna ci sono i committenti dell’affresco stesso, come si usava, ma al momento non si sa chi fossero. Lasciandoci alle spalle l’ingresso, l’ultimo affresco a destra rappresenta la fondazione della chiesa e qui si racconta, quasi fosse un fumetto, ciò che accadde il 5 agosto 385, quando Maria apparve a due nobili romani e li invitò a erigere una chiesa in suo onore laddove ci sarebbe stata una nevicata; ci fu sul colle Esquilino dove fu eretta la chiesa di Santa Maria maggiore. Da qui il nome di Santa Maria della neve.

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