Arte

A due anni dalla scoperta la "Gioconda romana" trova nuova casa

A scoprire il tesoro dietro il quadro ritenuto una copia do poco valore il senatore tradatese Stefano Candiani, nel 2019. A due anni di stanza, finalmente, quel tesoro dimenticato si prepara a tornare al pubblico

A due anni dalla scoperta la "Gioconda romana" trova nuova casa
Pubblicato:

Sarà trasferita dalla stanza del Questore di Montecitorio alla ben più prestigiosa Sala Aldo Moro, sempre a Montecitorio, la "Gioconda italiana" che creduta una copia di scarso valore per un paio di secoli si è scoperta essere coeva di quella di Leonardo Da Vinci, e forse realizzata nella sua bottega e dalla sua mano.

Nuova luce per la "Gioconda romana" scoperta dal senatore tradatese

Della "Gioconda romana", conosciuta anche come la "Gioconda della Camera"  o la "Gioconda Torlonia" avevamo parlato già due anni fa, a pochi mesi dall'esposizione nella mostra Leonardo a Roma allestita dall'Accademia dei Lincei. Appuntamento che, si sperava, avrebbe finalmente dato la giusta dignità a quello che per secoli è stato un tesoro dimenticato e trattato come un elemento d'arredo qualsiasi.

Fino a quell'anno, infatti, la si riteneva una copia di scarso valore. Un quadro come un altro da usare per arredare una delle tante stanze della Camera. Questo, era finito sopra il calorifero dell'allora questore Federico d'Incà, oggi Ministro per i rapporti col Parlamento in quota 5 Stelle. A intuire che sotto anni di polvere, sporco e incuria si celava ben altro era stato il senatore tradatese della Lega Stefano Candiani, all'epoca Sottosegretario al Ministero dell'Interno.

Il la era arrivato durante una riunione convocata dal Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, dove il maestro restauratore Antonio Forcellino aveva espresso l'auspicio di poter esporre quella Gioconda dimenticata. Tanto dimenticata, che non si sapeva nemmeno dove fosse finita.

"Ne avevo sentito parlare, sapevo dov'era - racconta Candiani - E infatti l'abbiamo subito trovata nella stanza del questore, sopra un calorifero, abbandonata".

Il restauro e la scoperta

WhatsApp Image 2021-12-07 at 13.24.53
Foto 1 di 3
WhatsApp-Image-2019-09-04-at-11.40.21
Foto 2 di 3
WhatsApp-Image-2019-09-04-at-11.11.19
Foto 3 di 3

Incantato da quel quadro, Candiani aveva voluto seguirne personalmente il percorso di restauro e l'occhio di Forcellino aveva intuito da subito che si trattava di qualcosa di più di una mera copia. Le prime analisi fatte che permisero di vedere cosa si nascondeva sotto sporcizia e pittura, rivelarono un disegno preparatorio con le stesse correzioni, i "pentimenti" della gemella famosa esposta al Louvre. La tela venne quindi trasferita al Ministero dell'Interno, in una stanza adiacente all'ufficio di Candiani che per diversi mesi divenne laboratorio di restauro. E di primissimo livello: a mettere mano alla Gioconda Torlonia (e, insieme, a un altro tesoro: il Salvator Mundi di Napoli, esposto ai Lincei, tornato a Napoli, rubato e poi recuperato in maniera fortuita) arrivò Cinzia Pasquali, restauratrice delle opere di Leonardo Da Vinci al Louvre, e con lei anche il Capo Curatore dei dipinti del museo parigino Vincent Delieuvin.

Man mano che il dipinto tornava al suo antico splendore, l'entusiasmo per quella scoperta aumentava. Ma il tramonto del Governo gialloverde oramai incombeva...

La mostra e l'oblio

Una pennellata dopo l'altra, la Gioconda stava tornando a mostrare tutta la sua bellezza. La caduta del Governo Conte I e la nascita del Conte II con il Pd a sostituire la Lega in maggioranza, ha avuto ripercussioni anche su questa vicenda artistica.

I due quadri vennero infatti esposti all'Accademia dei Lincei nella mostra che aveva spinto alla loro riscoperta, dedicata a Leonardo nel 500esimo dalla sua morte. Mostra alla quale del Governo non si presentò nessuno, solo il pentastellato Vito Crimi. A pesare su tutte, l'assenza del Ministro dei Beni Culturali Dario Fransceschini. La mostra, e la Gioconda, vennero per lo più ignorate. E smontati gli allestimenti, il dipinto tornò sopra il calorifero da cui era stata strappata.

"E' assurdo che per quel quadro si sia mosso il Louvre ma non il nostro Ministro - ha sempre commentato amareggiato Candiani - Prova ne è che è tornata al ruolo di anonimo arredamento quando potrebbe attirare migliaia e migliaia di visitatori, di amanti dell'arte e di storia. L'esempio della Spagna con la Gioconda del Prado è lì a far scuola".

Ora potrebbe esserci l'inizio di una nuova storia. Il questore Francesco d'Uva (M5S) ha deciso di non tenere tutta per sè la Gioconda, facendola spostare dal suo ufficio alla Sala Aldo Moro.

"La Camera dei Deputati è il luogo adatto - ha scritto sul suo sito - riceve oltre 200mila visitatori l'anno, tra i quali più di 60mila studenti".

Per ammirarla, ora, non resta che aspettare che passi l'emergenza Covid.

Ivan Marri

Seguici sui nostri canali