Fake Pass

Truffa dei falsi Green Pass, la stretta della Polizia

Erano arrivati a chiedere fino a 500 euro per un Green Pass falso, e a ricattare chi si era affidato loro con la minaccia di diffondere dati personali. Al momento 4 indagati, tra cui due minorenni

Truffa dei falsi Green Pass, la stretta della Polizia
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Operazione Fake Pass in tutt'Italia a caccia dei gestori dei canali Telegram che promettevano (a caro prezzo) falsi Green Pass. E che nei giorni scorsi erano arrivati a minacciare di rendere pubblici i dati di chi gli si era affidato.

Falsi Green Pass, operazione in tutt'Italia

Intuire che si trattava di una truffa non era difficile, eppure sarebbero migliaia le persone che erano cadute nell'inganno di chi, attraverso canali Telegram, offriva Green Pass senza dover "passare" dal vaccino, ottenuti tramite certificazioni falsificate emesse da medici conniventi, spiegavano loro stessi.

Obiettivo dei tuffatori i tanti italiani che si oppongono alla vaccinazione ma non vogliono (volevano) rinunciare alle attività riservate a chi è in possesso della certificazione, ottenibile con tampone, guarigione o vaccino.

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Al momento risultano indagate quattro persone, con le accuse di truffa e falso e tra questi anche due minorenni. Come detto la truffa correva principalmente su Telegram. I costi, inizialmente di 100 euro, nelle scorse settimane sono lievitati fino a 500 euro per un solo Green Pass, da pagarsi rigorosamente tramite canali non tracciabili come buoni Amazon o in criptovalute.

In totale sono stati posti sotto sequestro 32 canali Telegram, tutti facenti capo, pare, ai quattro indagati individuati nonostante le accortezze messe in campo dagli egenti della Polizia Postale di Milano e di Bari. Gli agenti sono ora al lavoro per individuare gli altri gestori e, con questi, anche i nominativi di chi ha tentato di ottenere il Green Pass in maniera illegale.

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Il ricatto online

Le bugie hanno le gambe corte, e così anche le truffe. "Consegnati" i primi Green Pass falsi, gli acquirenti che si erano affidati al mercato nero avevano iniziato a lamentarsi e a minacciare denunce e di tutta risposta alcuni degli autori avevano a loro volta risposto con la minaccia di diffondere tutti i dati di chi aveva richiesto i loro servizi se non avessero pagato altre somme. Agli acquirenti infatti venivano chiesti i dati anagrafici con la promessa di utilizzarli per i falsi certificati, e un bel po' di persone non si sono fatte troppe remore a fornire a dei completi anonimi copie di documenti e dati personali.

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