Malpensa

Svedese con una finta figlia arrestato a Malpensa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

La minore ha raccontato tutta la storia: la sua famiglia, in Kenya, aveva promesso soldi al finto padre per farla arrivare nel Regno Unito

Svedese con una finta figlia arrestato a Malpensa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
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Da Malpensa passa di tutto: turisti, lavoratori, merci e quant'altro. E, ieri, anche una finta famiglia svedese che nascondeva in realtà un tentativo di ingresso illegale nel Paese.

Vacanza in famiglia? No, la figlia era finta: arrestato

Nella giornata di ieri, giovedì 4 novembre, nell’ambito dei controlli di frontiera mirati a prevenire l’immigrazione irregolare in arrivo dai paesi extra-Schengen, effettuata anche mediante l’analisi del rischio sui passeggeri in arrivo dal Corno d’Africa, la Polizia di Frontiera di Malpensa ha proceduto al controllo di un cittadino svedese di origini somale giunto da Nairobi (Kenya) via Muscat (Oman).

L’uomo era accompagnato dal figlio maggiorenne e dalla figlia minore, anch’essi cittadini svedesi. La presenza di un passeggero minore nel gruppo ha suscitato negli operatori di Polizia interesse investigativo anche in relazione a specifiche situazioni emerse sulla medesima tratta aerea.

Da approfondimenti, il passaporto della minore è infatti risultato essere già stato utilizzato in passato in situazioni analoghe e, pertanto, segnalato in ambito europeo.

Gli accertamenti sul posto hanno consentito di evidenziare alcune discrepanze tra il volto della minore giunta da Muscat (Oman) e quello della titolare del passaporto svedese. Alle successive contestazioni l’uomo e il presunto fratello della ragazza ribadivano trattarsi della propria sorella e di essere residenti nel Regno Unito ma al contrario la ragazza non era in grado di parlare inglese e di riferire alcun particolare in merito alla sua vita in Gran Bretagna.

Alla luce di queste discrepanze venivano immediatamente posti in essere ulteriori accertamenti con le autorità svedesi che avevano emesso il documento, nonché con le autorità britanniche e con la compagnia aerea.

L'accordo col clan per portare la minore nel regno Unito

La contestuale attività di Polizia Giudiziaria permetteva di reperire, nella disponibilità della ragazza, una copia del suo legittimo documento somalo, che oltre a confermare la sua reale identità ne certificava la minore età e, soprattutto, confermava l’attività di favoreggiamento posta in essere dal cittadino svedese.

Con l’aiuto di un interprete di lingua somala, gli operatori riuscivano ad assicurarsi la fiducia della ragazza la quale raccontava le fasi della sua partenza dal Kenya favorita illegittimamente dal cittadino svedese. In particolare, la stessa riferiva che la propria famiglia aveva preso accordi con il favoreggiatore per organizzare il viaggio, attivandosi con il proprio clan per la somma da pagare all’arrivo nel Regno Unito.

Acquisiti pertanto elementi di prova a carico dell’adulto gli Agenti della Polaria hanno proceduto al suo arresto in flagranza di reato per avere posto in essere un’attività illegale volta a favorire l’ingresso in Italia di un cittadino straniero.

L’uomo veniva quindi condotto presso la casa circondariale di Busto Arsizio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La minore, invece, di concerto con la Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, veniva accompagnata in una struttura protetta.

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