Contrasto al virus

Sei focolai Covid bloccati in Lombardia, la nuova strategia funziona

La nuova strategia della Regione mostra già i primi risultati

Sei focolai Covid bloccati in Lombardia, la nuova strategia funziona
Pubblicato:

Per evitare che il virus torni a diffondersi nel territorio come a marzo è necessario spegnere sul nascere i possibili focolai Covid, specialmente ora che il virus sembra meno aggressivo.

Covid-19, in Lombardia bloccati sei focolai

Fermare sul nascere nuovi focolai è fondamentale per contrastare la diffusione incontrollata del Coronavirus. Ed è quello che è stato fatto nelle ultime settimane in Lombardia dove sono stati bloccati sul nascere sei focolai grazie al cambio di strategia della Regione annunciato nei giorni scorsi.

"I ‘protocolli anti Covid’, messi in atto dall’Ats Valpadana in collaborazione con medici di base, medici del lavoro e aziende, hanno permesso di soffocare 6 focolai prima ancora che si propagassero: 1500 tamponi eseguiti, 70 persone positive di cui 58 residenti sul territorio lombardo, 54 in Provincia di Mantova e 4 in Provincia di Cremona".

Lo afferma l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, illustrando l’attività della locale Agenzia per la Tutela della Salute che, a seguito di alcune segnalazioni, nelle ultime due settimane ha svolto una intensa attività di controllo, tracciamento, sorveglianza e prevenzione, in particolare nell’ambito di 6 realtà produttive nel territorio di competenza.

LEGGI ANCHE: Epidemia meno forte, cambio di strategia in Regione: iniziano i tamponi di comunità

Utilizzata la strategia dei cerchi concentrici

“I primi 4 casi erano riferiti a due nuclei familiari – spiega Gallera – che hanno fatto scattare la ‘strategia dei cerchi concentrici’. Una strategia che prevede tamponi immediati ai contatti parentali diretti. Poi ad amici e colleghi prossimi ai casi segnalati. E, infine, a tutti i lavoratori delle aziende coinvolte. L’azione condotta dal Servizio di Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, è stata realizzata insieme alle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA). Queste, in loco, hanno effettuato i test molecolari”. Anche per le segnalazioni successive si sono avviati interventi analoghi, sulla linea già utilizzata sin dall'inizio della fase epidemica dal Veneto in base al piano di tracciamento e contenimento predisposto dal professor Andrea Crisanti, che aveva permesso di "spegnere" in tempi rapidi il primo focolaio di Vo Euganeo.

Le procedure

“Il protocollo – aggiunge Gallera – prevede l’isolamento e la presa in carico dei casi positivi. E la chiusura temporanea dell’attività produttiva. La sanificazione degli ambienti per la riapertura dell’azienda in totale sicurezza”. Nei casi dei macelli e salumifici, che anche all'estero hanno mostrato di essere luoghi ad alto rischio di contagio soprattutto a causa delle temperature basse necessarie per gli ambienti di lavorazione, l’Ats Valpadana diretta da Salvatore Mannino ha attivato anche il Servizio Veterinario per i controlli necessari.

Rafforzate le attività di monitoraggio e sorveglianza

“Questa nuova fase – conclude l’Assessore Gallera – si caratterizza per il rafforzamento delle attività di monitoraggio e sorveglianza sul territorio in tutta la Lombardia, a cura delle Ats. Vengono eseguiti tamponi a tappeto a seguito di segnalazioni da parte degli MMG o dei datori di lavoro. È previsto il monitoraggio continuo degli ambienti (comuni, frazioni, quartieri, realtà condominiali o lavorative) dove si sono verificati i casi con l’effettuazione del tampone e, all’occorrenza, del test sierologico”.

TORNA ALLA HOME 

Seguici sui nostri canali