Tradate

Sciopero al Montale, studenti fuori dai cancelli

Monta la protesta fra misure Covid che rimangono, registri da firmare per andare in bagno, aule fatiscenti e servizi negati: "Dalla dirigente un anno di no. Non è questa la scuola che vogliamo"

Sciopero al Montale, studenti fuori dai cancelli
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Clima teso, da  tempo, e rapporti compromessi fra studenti e dirigenza: questa mattina (6 ottobre) gli studenti dell'istituto Montale di Tradate hanno deciso di non fare lezione: centinaia in protesta in piazza Gramsci.

Sciopero al Montale, protesta degli studenti

All'appello hanno risposto quasi tutti. Non quello in aula, però, ma nel piazzale fuori dai cancelli degli Istituti di Tradate dove gran parte dei circa 800 studenti del Montale si sono radunati in protesta contro la dirigente scolastica. Causa scatenante una circolare interna, diretta a docenti e personale ATA, in cui si chiedeva l'"identificazione" (senza specificarne le modalità) degli  studenti che fossero usciti dalle aule per andare in bagno. Circolare che, ha spiegato ieri la dirigenza in una nota, riguardava l'Obbligo di vigilanza e le misure organizzative per la prevenzione degli eventi dannosi e degli infortuni" e in cui si indicavano oltre agli orari degli intervalli, durante i quali gli alunni possono uscire dalle aule solo a turni di 4 come "misura anticovid", l'obbligo per gli alunni di compilare un registro con nome, cognome e classe prima di accedere ai servizi igienici. Regola inserita dopo l'incendio appiccato nei bagni alla fine dello scorso anno scolastico.

"Etichettati e trattati come vandali"

Regole ferree, mal digerite dagli studenti. "Non ci stiamo a essere etichettati e trattati tutti come pericolosi vandali - spiegano i rappresentanti d'istituto - Non è così. Abbiamo proposto alla dirigente una soluzione diversa, come la presenza del personale Ata fuori dai servizi durante gli intervalli, ma come sempre la risposta è stata no". Un no che, spiegano i rappresentanti degli studenti, sarebbero la costante dei rapporti col vertice scolastico.

I problemi in piazza

E a quelle misure di sorveglianza si aggiungono tante altre cose. Dagli intervalli ancora "blindati" nelle classi (fino all'altro ieri, si poteva uscire solo uno alla volta), in virtù di misure anticovid mantenute dalla scuola anche dopo la fine dello Stato d'Emergenza ("ma che non si applicano nelle aule, dove è stato tolto l'igienizzante perchè infiammabile", raccontano), alle tante carenze lamentate dagli studenti.

"Di tutti gli istituti siamo l'unico che non ha rispristinato la mensa, nonostante le firme di tutti i rappresentanti di classe e dei genitori - continuano - le aule sono fatiscenti, nel blocco distaccato non possiamo aprire le finestre che le aule si riempiono di puzza di fogna, nei laboratori di informatica convertiti ad aule lezione non ci sono banchi che permettevano il distanziamento nè finestre a sufficienza per cambiare l'aria, oltre alle tapparelle che non funzionano e quindi rimangono chiuse. "Facciamo lezione quasi al buio e, quando fa caldo, con un ventilatore perchè non si respira".

Fino al problema, certo non nuovo, dei trasporti: "Da quanto abbiamo saputo, la dirigente non ha partecipato alla riunione organizzativa con le scuole e i responsabili del trasporto pubblico - aggiungono gli studenti - il risultato è che ogni giorno dobbiamo aspettare l'uscita delle altre scuole, mezz'ora dopo di noi, e sperare di riuscire a salire a bordo".

La speranza è che con la manifestazione di oggi qualcosa possa cambiare. Una prova di forza, l'ultima spiaggia per farsi ascoltare.

"Oggi è la giornata che può fare la differenza per tutti - hanno dichiarato i rappresentanti all'inizio dello sciopero - Per ottenere quanto chiesto in un anno di continui no e per dire con la nostra presenza che è possibile cambiare qualcosa nella nostra scuola".

 

 

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