San Magno, al via una cura di bellezza da 500mila euro

Il restauro delle superfici esterne inizierà a metà ottobre per concludersi a luglio 2020.

San Magno, al via una cura di bellezza da 500mila euro
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San Magno, la basilica simbolo di Legnano, si accinge ad affrontare lavori di restauro per un ammontare complessivo di mezzo milione di euro.

San Magno, si interviene sulle superfici esterne e sulla copertura

«La basilica di San Magno rappresenta da sempre il cuore della città e appartiene a tutti, perché non è solo un simbolo religioso ma anche un’opera d’arte. Io ne sono il custode pro tempore e sento la responsabilità di trasferire a chi verrà dopo di noi questo bellissimo tempio cinquecentesco che ci è stato lasciato dalle generazioni passate ed è patrimonio dell’umanità. Per questo motivo, mi permetto di rivolgere un appello ai cittadini di Legnano, alle istituzioni e agli imprenditori affinché sostengano l’operazione straordinaria di restauro delle superfici esterne e della copertura».
È con queste parole che il prevosto monsignor Angelo Cairati ha introdotto la presentazione dei lavori di restauro della basilica che inizieranno a metà ottobre e dovrebbero concludersi a luglio 2020.

La parola all’architetto Luigi Terrenghi

Un intervento consistente, del costo di circa 500mila euro, che è stato illustrato dall’architetto Luigi Terrenghi. «“Non c’è nulla di più fragile dell’equilibrio dei bei luoghi…”. Questa frase di Marguerite Yourcenar racchiude in una sintesi perfetta l’importanza e la delicatezza di ogni intervento di restauro. E quello che noi andremo a fare, sulla facciata e sulle superfici esterne della basilica di San Magno, è un’operazione necessaria oltre che delicata e importante. Per conservare l’interno bisogna pensare all’esterno. Il progetto infatti prende in esame superfici esterne e copertura. Ci sono problemi visibili, anche se a un primo sguardo non così evidenti perché si è abituati a intervenire con danni già avanzati. Agire adesso consente invece di procedere a un restauro meno oneroso e soprattutto di conservare tratti di materia storica che una volta persi sarebbe impossibile ripristinare. I segni di deterioramento riguardano in particolare la base della facciata, i graffiti (che sono rovinati in più punti), le superfici in pietra di Viggiù, le lesene su via Luini (rappezzate in passato con un lavoro mal fatto). I costoloni in mattoni sono ammalorati, dall’abside tende a entrare acqua piovana e l’umidità è ben visibile sui muri: i mattoni sono fatti di materia porosa che assorbe umidità dal terreno e la rilascia verso l’esterno, rovinando le coperture. Il tetto per fortuna non è troppo deteriorato, la struttura è in buono stato e quando è stata rifatta negli anni ‘90 sono stati mantenuti i coppi originali. La nostra intenzione è di limitarci ad agganciarli perché alcuni di essi tendono a scivolare per effetto delle intemperie lasciando spazi liberi dove l’acqua può filtrare».

Le fasi dei lavori e i numeri dell’intervento

In estrema sintesi, i principali interventi previsti per la conservazione delle superfici esterne della basilica possono essere così riassunti: una prima fase di pulitura attenta e accurata di tutte le superfici per asportare quanto depositatosi nel corso del tempo, una fase di consolidamento sia di quelle in materiale lapideo che di quelle in cotto, infine la fase di protezione finale e generale di tutte le superfici. Saranno oggetto di intervento 1.200 metri quadrati di intonaco, 890 di cotto, 310 di pietra, 950 di copertura. Per poter operare, la basilica sarà interamente circondata da 2.700 metri quadrati di ponteggi.
«Il motivo dell’intervento – prosegue Terrenghi -, come ha già detto monsignor Cairati, è conservare l’opera d’arte per poterla tramandare alle future generazioni. Per questo è importante agire “prima”. Prima che i problemi diventino irrisolvibili, nel totale rispetto della storia e memoria di San Magno e delle sue pietre, e ponendo estrema attenzione alla reversibilità degli interventi. È molto importante che ogni operazione e ogni possibile integrazione siano assolutamente in sintonia con l’originale, attraverso l’attento uso di materiali e la ripresa delle tecniche tradizionali. Per questo ogni operazione sulle superfici, siano esse realizzate nel corso dell’ultimo intervento del 1964 che in epoche meno recenti, sarà sempre preceduta da vagli sui materiali, in una fase preliminare all’intervento, e coadiuvata da saggi preparatori e prove in sito».

Non solo problemi ma anche note positive

Le superfici esterne della basilica sono il risultato di una completa sistemazione e di un riassetto che la chiesa ha subito nel corso dei primi anni del ‘900, mentre gli intonaci oggi presenti sulle facciate esterne, probabilmente a eccezione dei graffiti della facciata principale, furono interamente rifatti nel corso dell’ultimo intervento del 1964. Interventi realizzati in maniera non sempre rispettosa dell’esistente, se è vero che – come è emerso nel corso dello studio diagnostico effettuato da Terrenghi con sondaggi sulle superfici e campionature del materiale – alcuni intonaci esterni descritti a base calce sono in realtà a base cementizia: «Quanto di peggio possiamo trovare in un muro – spiega l’architetto -, perché tende a non far traspirare la superficie».
Fortunatamente ci sono anche note positive: l’interno, con i suoi pregevoli affreschi, è in ottimo stato, anche grazie a quattro impianti che bloccano l’umidità di risalita capillare dal terreno. Anche il campanile, rinnovato nel 1996, non presenta problemi nell’immediato.

Un comitato per finanziare il restauro

Dopo il via libera da parte della Soprintendenza, i lavori sono pronti a partire. Per recuperare i fondi necessari, si è costituito un comitato composto da un gruppo di professionisti e imprenditori del territorio coordinati dal compianto Mauro Mezzanzanica (già presidente della Fondazione Famiglia Legnanese e dell’Us Legnanese), del quale fanno parte Gianfranco Bononi, Mino Colombo, Paolo Ferrè, Giovanni Maria Fogagnolo, Salvatore Forte, Luca Roveda, Giuseppe Scarpa, Gian Piero Edilio Jody Testa, Luca Vezzaro e i componenti del Consiglio Affari economici della parrocchia prepositurale San Magno Bruno Colombo, Attilio Moreni e Giorgio Arnera.

Un incontro pubblico per presentare il piano economico

Un incontro pubblico per la presentazione del piano economico del restauro conservativo degli esterni della basilica di San Magno e della campagna di raccolta fondi è fissato per martedì 8 ottobre, alle 18.30, a Villa Jucker in via Matteotti 3. Nell’occasione il comitato dettaglierà le fonti di finanziamento già ottenute e quelle in fase di definizione ma, soprattutto, lancerà la campagna di raccolta fondi. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.

 

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