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Ristori e cinema: niente aiuti ai produttori. Silighini: "Così uccidiamo il cinema italiano"

Il saronnese: "Sostegno ai distributori, non ai produttori. Il decreto sembra scritto da incompetenti"

Ristori e cinema: niente aiuti ai produttori. Silighini: "Così uccidiamo il cinema italiano"
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Il produttore e regista cinematografico Luciano Silighini Garagnani duro sul Decreto Ristori bis che stanzia nuove risorse alle categorie professionali colpite dal lockdown, facendo però differenze tra "figli e figliastri" anche nel mondo del cinema.

Ristori e cinema, Silighini: "Sembra scritto da incompetenti"

"Il decreto ristori sembra scritto da persone incompetenti che ignorano la realtà delle varie categorie del mondo del lavoro". Pochi mezzi termini da Luciano Silighini Garagnani, a pochi giorni dalla firma al Decreto Ristori bis che impegna e distribuisce nuove risorse per sostenere le categorie colpite dal lockdown e dalle diverse restrizioni contro il coronavirus.

Un Decreto che riguarda anche il mondo dello spettacolo e del cinema, ma non tutti coloro che ci lavorano, come fa notare il regista e produttore saronnese: "Mi limito alla mia categoria professionale, quella artistica che il decreto riduce a una accozzaglia di controsensi lasciando professionisti e tecnici nella bratta totale e aiutando in modo semplicistico solo alcune categorie".

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Ristori ai distributori, non ai produttori

"L’esempio più lampante è nel dare un contributo del 200% di quanto già avuto in estate alla sola categoria dei distributori cinematografici lasciando fuori da ogni beneficio ad esempio che produce - fa notare Silighini - Il distributore giustamente senza cinema ha un danno enorme ma gli resta la tv sia free che on demand per fatturare e nei giorni di lockdown molti italiani stanno comprando film sia su Prime che su Netflix, ma Conte ha dimenticato totalmente chi i film li produce e così anche chi produce trasmissioni tv. Le ditte di produzione cine televisive hanno avuto perdite da marzo pari al 500% del fatturato annuo!!".

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Mondo del cinema e della tv fermo

"Non si possono aprire set per gli obblighi sulle distanze, un attore non può recitare vicino a un altro attore e i truccatori non possono truccare, così come gli operatori video non possono riprendere senza l’assistente al fianco. Risultato? Non si fanno produzioni e quelle poche che sono state aperte hanno chiuso di colpo per quarantene e problemi sulle distanze - fa notare il saronnese - Eppure per il Decreto Ristori la categoria col codice ateco 591100 non necessita di alcun aiuto".

"Stiamo uccidendo il cinema italiano"

Così, mentre il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini parla di una "Netflix italiana" (che tra l'altro già esiste e si chiama Rai), "stiamo uccidendo il cinema italiano, stiamo distruggendo chi fa cinema e spesso di tasca propria rischia per dare spensieratezza al pubblico che mai come ora ne ha bisogno - conclude Silighini - Faccio un appello a tutti i politici affinché qualcuno faccia presente a Conte che è giusto aiutare chi distribuisce film ma senza aiutare chi li produce il cinema sparirà. Abbiamo un 85% di produttori indipendenti in Italia che fa film senza contributi pubblici e ora non può più farli. Non meritano un ristoro anche loro?".

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