Quale futuro?

Presidio all'Ospedale di Saronno VIDEO

Reparti trasferiti, personale che manca e un territorio che chiede attenzione per il suo ospedale: Medici e infermieri fuori dai cancelli questa mattina

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Come annunciato, infermieri e professionisti dell'ospedale di Saronno si sono radunati in presidio questa mattina, lunedì 11 gennaio, per chiedere risposte sul futuro della struttura e dei suoi reparti.

presidio all'ospedale di saronno

Ospedale di Saronno, servono risposte

Risposte concrete e rassicurazioni sul futuro dell'ospedale di Saronno. E' quanto chiedono a gran voce gli infermieri e i medici della Rianimazione, e degli altri reparti, preoccupati dalle ultime mosse e dichiarazioni di Regione e Asst Valle Olona. Il problema è noto: manca il personale. Le conseguenze, chiare. L'ultima tangibile, il trasferimento dei pazienti della terapia intensiva Covid in altri ospedali, resa necessaria dalla carenza di anestesisti. E la paura è che terminata l'emergenza, i tanti servizi sospesi e concentrati altrove non ternino più nelle sale saronnesi, costringendolo a un ruolo minoritario rispetto a Gallarate e Busto.

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Le parole di medici e infermieri

Nel corso del presidio è stata letta anche una lettera firmata dai medici e infermieri del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Saronno, dai colleghi degli altri reparti che oggi si trovavano in servizio e di quelli non presenti a causa delle limitazioni imposte dall'emergenza.

"Non rappresentiamo nessun sindacato o partito politico - premettono - rappresentiamo noi stessi e la necessità di portare all’attenzione dell’Opinione Pubblica e delle Istituzioni, tra cui Regione Lombardia e la Direzione generale della Asst della Valle Olona, le domande relative alla gestione in essere e al futuro del nostro Ospedale.

La premessa è che riteniamo di aver maturato sul campo il diritto ad esprimere il nostro parere sulla vicenda, liberamente e in maniera propositiva, in quanto operatori sanitari con anni di esperienza professionale nella realtà Saronnese.

Nel febbraio scorso, durante i primissimi giorni dell’emergenza Covid, con uno sforzo collettivo di grande proporzione, ci siamo impegnati nella riorganizzazione di tutte le Unità Operative del presidio; abbiamo attivato una seconda terapia intensiva passando da 6 a 16 posti letto per far fronte all’ondata pandemica.

I punti che vogliamo sottolineare possono così essere riassunti:

  • Allo stato attuale, il numero di Anestesisti Rianimatori è di 6 più il Primario, a fronte di un organico di 18 unità. Tale carenza cronica ha determinato il ridimensionamento macroscopico sia del Reparto che  delle attività direttamente afferenti. Il nostro Servizio è funzionale a tutto l’ospedale; non esiste covid hospital senza terapia intensiva; non esiste un paziente covid ricoverato che non abbia bisogno di un supporto, di una visita, di un consulto rianimatorio.

Il fatto che il nostro presidio venga sguarnito della presenza di rianimatori mette pesantemente a rischio tutto il sistema sanitario di cura interno all’ospedale. Ricordiamo che Saronno è sede di una delle poche unità operative di chirurgia toracica sul territorio lombardo, che non può svolgere l’eccellente lavoro di sempre senza un adeguato supporto anestesiologico; le urgenze chirurgiche e ortopediche vengono decentrate su altri ospedali con grave disagio per i pazienti e i famigliari; inoltre si è assistito ad una notevole riduzione dell’attività operatoria di elezione.

  • Ricordiamo che il pronto soccorso, ora attivo sette giorni su sette, 24 ore su 24, non può esistere senza un servizio di anestesia-rianimazione regolarmente funzionante
  • Ricordiamo che le unità operative di ostetricia e ginecologia e di pediatria, chiuse nel mese di marzo a seguito della prima ondata pandemica, non sono mai più state ripristinate, lasciando scoperto un servizio fondamentale per la popolazione.
  • L’oncologia è stata trasferita presso il presidio di Busto Arsizio, attualmente a Saronno opera solo il day hospital oncologico, di nuovo attivo dallo scorso settembre, ma senza il supporto del servizio di terapia del dolore, anch’esso soppresso per la carenza di medici anestesisti-rianimatori.
  • Da ultimo, anche il reparto di radioterapia è momentaneamente attivo presso il presidio di Busto Arsizio.

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