Pane della memoria: il collegio arcivescovile Castelli ricorda la Shoah
Gli studenti hanno preparato il pane che i deportati erano costretti a mangiare nella loro prigionia nei campi di concentramento.
Pane della memoria: gli studenti del collegio arcivescovile Castelli hanno ricordato la Shoah preparando il pane che i deportati erano costretti a mangiare nella loro prigionia nei campi di concentramento.
Pane della memoria per ricordare l’Olocausto
Da un lavoro di ricerca e approfondimento sulle condizioni di vita dei deportati nei campi di concentramento, gli allevi degli Istituti Alberghieri del Collegio Ballerini di Seregno e Castelli di Saronno hanno voluto riflettere sulla malnutrizione e sul pasto somministrato quotidianamente a bambini e adulti. Il pane rappresentava la primaria forma di sostentamento per i tre pasti della giornata. Con una razione scarsa e di pessima qualità. Il pane, con poca margarina spalmata all’interno, rappresentava anche l’agognato premio a riconoscimento di una giornata di lavoro più produttiva del consueto. Un’ulteriore ricerca ha portato alla scoperta di una ricetta, tramandata da prigionieri sopravvissuti alla deportazione, che può ricordare oggi il sapore e la consistenza di quel pane. Ecco il pane povero della memoria.
Il commento di un ex prigioniera
Seweryna Szmaglewska, ex prigioniera politica nei campi di concentramento, sottolinea: “Con un disarmante rigore scientifico i nazisti avevano calcolato che un fbreo in grado di lavorare avrebbe dovuto sopravvivere nel campo circa tre mesi e la razione di cibo giornaliera era calcolata secondo questo principio. Le calorie che i detenuti assimilavano sarebbero sufficienti oggi ad una persona che trascorresse la sua vita sdraiata, ma nei lager la vita era caratterizzata da un lavoro duro e spossante. In tutti i campi di concentramento il cibo distribuito era poco più che niente: generalmente venivano dati un pezzo di pane da 150 grammi ai bambini e da 300 grammi agli adulti, un po’ di acqua e della zuppa, che era brodaglia di scarsa qualità. La razione di cibo, nel migliore dei casi, non superava le 1300 calorie. Il pane era, pertanto, il cibo più sostanzioso distribuito nell’arco di una giornata. Doveva essere
consumato a pranzo, cena e avanzato per la colazione della mattina successiva.”
La ricetta
Gli ingredienti fondamentali per preparare il pane povero della memoria sono: 250 g farina di segale; 150 g farina di farro; 100 g farina tipo “0”; 300 ml acqua; 4 g lievito; 6 g sale fino.
Il procedimento in sei fasi
1. Mescolare le farine e il sale fino.
2. Aggiungere l’acqua tiepida con sciolto il lievito.
3. Impastare fino ad ottenere un impasto liscio.
4. Formare delle pagnotte da 350 g (formato per adulti) oppure da 180 g (formato per bambini).
5. Far lievitare per 90 minuti in un luogo tiepido.
6. Cuoce in forno a 180°C per 35/40 minuti.
Durante il lavoro di ricerca è emerso che alcune versioni della ricetta prevedevano ingredienti come segatura e calce che rendevano ancor più drammatiche le condizioni alimentari nei campi di concentramento.
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