Cronaca nera

Omicidio Borsani: Briancesco rinviato a giudizio

Rinviato a giudizio il mozzatese che confessò di avere ferito mortalmente il 36enne che gli aveva bucato le ruote dell'auto.

Omicidio Borsani: Briancesco rinviato a giudizio
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Aveva confessato l’omicidio di Lorenzo Borsani, mozzatese di 36 anni molto noto in paese per l’autofficina di famiglia sulla Varesina, ucciso lo scorso agosto davanti a casa dell’ex moglie: la Procura di Como ha richiesto il rinvio a giudizio per Flavio Briancesco, concittadino di 50 anni.

Omicidio Borsani: Briancesco rinviato a giudizio

Difeso dall’avvocato Angelo Pagliarello di Monza, il 50enne si trova ora agli arresti domiciliari, considerato che il giudice per le indagini preliminari ha accolto l’istanza di scarcerazione e attenuazione della misura cautelare. E’ dunque alta la possibilità che il caso si chiuda già a maggio, in sede di udienza preliminare, e quindi con uno sconto di pena a vantaggio di Briancesco.

Omicidio Borsani: ecco cosa successe

Tornando ai concitati e drammatici momenti dello scorso 6 agosto, il 50enne si era recato a casa di una conoscente col fine di eseguire una riparazione idraulica. Finito il lavoro, aveva costatato che ignoti avessero tagliato i pneumatici della sua auto, parcheggiata fuori dalla casa. Poco più tardi, era arrivato sul posto Lorenzo Borsani, marito della donna dalla quale aveva eseguito la riparazione. Tra i due era scoppiata una forte lite e, a quel punto, sarebbe stato Briancesco ad estrarre il coltello rivolgendolo contro la vittima. Un colpo andò a segno, ferendo profondamente il 36enne al torace tanto da risultare mortale. Inferto il colpo mortale, Briancesco si era allontanato a piedi, gettando il coltello insanguinato nel giardino di una casa abbandonata lungo il tragitto. I militari avevano poi individuato l’omicida rintracciandolo nell’abitazione della compagna a Locate. A quel punto Briancesco ammise tutte le sue responsabilità e indicò il luogo dove aveva gettato il coltello (un Opinel a serramanico della lunghezza complessiva di 23 cm) utilizzato per il gesto inconsulto. Le indagini, condotte dai militari dell’Arma a seguito della deposizione spontanea dell’autore dell’omicidio, avevano poi consentito di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza a carico del reo mediante l’assunzione di informazioni testimoniali e relativi riscontri. Erano stati anche rinvenuti nell’abitazione in cui è stato rintracciato Briancesco anche i vestiti sporchi di sangue e, nel luogo indicato dal reo, era stata recuperata l’arma utilizzata per commettere il delitto. L’arrestato era poi stato interrogato per oltre un’ora dal giudice delle indagini preliminari, Francesco Angiolini, a cui il 50enne aveva ricostruito l’intera vicenda.

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