Non solo Covid: i numeri delle "altre" terapie intensive al Circolo durante la seconda ondata
Anche con la seconda ondata non si è fermata la risposta dell'ospedale di Varese ai grandi traumi e alle urgenze neurochirurgiche
Grandi traumi e urgenze neurochirurgiche, com'è cambiata l'organizzazione dell'Ospedale di Circolo.
Grandi traumi e terapie intensive al Circolo
In area grigia in attesa del tampone
I pazienti che giungono per Trauma o urgenza neurochirurgiche sono, salvo rari casi, privi del dato di positività o negatività per affezione da Sars CoV2, ragione per cui vengono ricoverati in apposite aree ‘grigie’ fino all'esito del tampone.
Nel caso delle Terapie Intensive, queste zone ‘grigie’ sono costituite da box isolati dal resto dei pazienti, dove i soggetti in attesa di tampone vengono trattati come potenziali positivi (e riscontri occasionali di positività al SARS Cov 2 in pazienti entrati per problematiche di tipo traumatico o neurochirurgico ci sono stati) e successivamente trasferiti nei reparti di competenza se clinicamente stabili o trasferiti in TIP (Terapia Intensiva Polivalente).
Terapie intensive, tra Covid e non
Nei Box isolati (in totale 4 che si trovano nelle Terapie Intensive generale e Neurochirurgica) sono transitati 50 pazienti nel periodo considerato. 31 di questi sono stati trasferiti in TIP, gli altri nei reparti ordinari e alcuni nei reparti Covid perché positivi.
La TIP, che gestisce solo pazienti negativi, ha accolto i 31 pazienti dai box delle altre Terapie intensive, più 90 pazienti provenienti da altri reparti per interventi urgenti diversi da traumi o urgenze neurochirurgiche con tampone negativo, per un totale di 121 pazienti trattati in circa 40 giorni.
La Terapia Intensiva Generale, invece, nello stesso periodo ha assistito 87 pazienti, di cui 42 (il 50%) con patologie diverse dalla polmonite interstiziale (ad esempio occlusioni intestinali, shock settici, problemi cardiaci, etc) con concomitante riscontro di positività al tampone di sorveglianza e il restante 50% con polmonite da SARS Cov 2.
In percentuale minore, anche la Terapia Intensiva Neurochirurgica e la Terapia Intensiva Cardiochirurgica hanno assistito anche pazienti covid+ che non presentavano polmonite interstiziale, mentre la Terapia Intensiva allestita nel blocco operatorio ha curato al 100% pazienti con polmonite interstiziale da SARS Cov 2.
"Nessun intubato e trasferito per mancanza di posto"
"Anche in questa seconda ondata tutti i pazienti in condizioni di emergenza sono stati accolti e assistiti nelle nostre strutture - tengono a sottolineare il Professor Luca Cabrini e il dottor Giuliano Zocchi, Direttore dell'Anestesia e Rianimazione generale e neurochirurgica il primo e Responsabile del Trauma Center il secondo - E questo vale, come già accaduto in primavera, anche per i pazienti covid intensivi: nessuno è mai stato intubato e trasferito altrove per mancanza di posto letto".