Cronaca

Narcotizzò e violentò la sua ex: negato il patteggiamento all'anestesista

Il gup Veronica Giacoia ha respinto l'accordo tra Pm e difesa, giudicando incongrua la condanna.

Narcotizzò e violentò la sua ex: negato il patteggiamento all'anestesista
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Due anni di carcere, risarcimento del danno e obbligo a seguire un percorso di recupero. E’ quanto era stato concordato a ottobre da parte della difesa e del pm Nadia Calcaterra per chiudere il processo a carico del dottor Andrea Pizzi, l'anestesista arrestato a inizio agosto con l'accusa di aver sedato e violentato un'infermiera, sua ex compagna. Il primario di Rianimazione va dunque verso il patteggiamento. Il gup Veronica Giacoia ha però respinto l'accordo, giudicando incongrua la condanna. Il giudice ha infatti negli scorsi giorni restituito gli atti al pm, che ora sarà chiamato a chiedere il rinvio a giudizio e dunque il caso dovrà ancora approdare davanti a un altro gup. Le accuse a cui Pizzi deve rispondere sono di violenza e di revenge porn (quest'ultimo a danno anche di una seconda ex, della quale avrebbe inviato foto a luci rosse a un amico).

Narcotizzò e violentò la sua ex: negato il patteggiamento all'anestesista

Già ad agosto Pizzi aveva ammesso la violenza nel corso dell'interrogatorio davanti al gip (anche se, precisava l'avvocato Maurilio Vanzulli di Saronno, più che di ammissione si sarebbe dovuto parlare di un fatto «letto con una visione e un’interpretazione differenti e nella sua completezza e nel contesto di una relazione sentimentale»). Come ricostruito alle indagini e raccontato dalla donna, che lo aveva denunciato ai Carabinieri della Compagnia di Cantù, il primo luglio Pizzi avrebbe iniettato Tramadolo al posto di Toradol alla ex compagna, che si era rivolta a lui per un dolore alla spalla. Pare che, in quel momento, tra i due la relazione fosse già finita da tempo, anche se il medico avrebbe voluto riprendere il rapporto e lei, invece, no. Poi il dolore alla spalla, causatole dagli strascichi di una caduta a cavallo avvenuta ad aprile, aveva spinto la donna a salire a casa dello specialista di Saronno per essere sottoposta a un'iniezione che lenisse quel dolore. Gli aveva però chiesto espressamente di non iniettarle il Tramadol usato in un paio di occasioni in passato e con spiacevoli conseguenze. Lui non l'avrebbe ascoltata ma, al contrario, le avrebbe iniettato il potente oppiaceo. Al risveglio, la donna si era trovata sul divano coi pantaloni abbassati e l'ex nudo davanti a lei. Tornata faticosamente a casa, il giorno dopo era tornata a rendergli conto di quello che era successo e che le aveva fatto. Una telefonata, registrata, avrebbe poi inchiodato il primario di Rianimazione, che avrebbe ammesso di avere avuto un rapporto sessuale con lei mentre non era cosciente. Dopo la denuncia della donna sono scattate immediatamente le indagini, con tanto di controlli sul pc dell’accusato, in cui si sarebbero trovate ricerche online sulle conseguenze dello stupro commesso utilizzando farmaci e sui costi dei risarcimenti delle spese processuali. E poi anche sulle conseguenze per chi picchia e uccide i cani (la vittima ne possiede uno ndr).

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