Morti in corsia a Saronno, un'altra possibile vittima del Protocollo Cazzaniga

Nel corpo dell'anziano di Rovello un cocktail di farmaci già riscontrato in altre vittime.

Morti in corsia a Saronno, un'altra possibile vittima del Protocollo Cazzaniga
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Morti in corsia, salgono a 12 le morti sospette causate dall’ex vice primario Leonardo Cazzaniga.

Morti in corsia, il cocktail di farmaci trovato in un altro corpo

Le presunte vittime di Leonardo Cazzaniga salgono a 12. All’elenco delle morti sospette tra i pazienti dell’ex vice primario dell’ospedale di Saronno si aggiunge anche Domenico Brasca, pensionato di Rovello Porro, morto nel 2014. La sua salma era stata esumata il 21 maggio dopo la denuncia delle figlie e nei giorni scorsi è stata depositata la chiusura delle indagini. Nel suo corpo Midazolam, Promazina e Clorpromazina. Un ansiolitico, un antipsicotico e un neurolettico contro la schizofrenia, farmaci il cui utilizzo da parte di Cazzaniga è ancora oggetto di discussione nel processo.

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Nuove accuse

A differenza degli altri pazienti deceduti in Pronto Soccorso Brasca era deceduto a casa, non destando inizialmente alcun sospetto. I risultati dell’operazione “Angeli e Demoni” avevano però gettato qualche sospetto anche sul suo decesso. L’81enne era cardiopatico, affetto da broncopneumopatia cronica e con un tumore in metastasi, un quadro clinico vicino a quello di altre vittime. L’uomo era stato trattato in Pronto Soccorso da Cazzaniga, ora accusato di omicidio volontario con le aggravanti di aver commesso il fatto approfittando delle circostanze di tempo, luogo e persona tali da ostacolare la difesa, di abuso di potere e per l’utilizzo di mezzi venefici.

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