Luigi Morelli pulisce ogni giorno il parco giochi, è il nonno di tutti i bambini

E' "l'angelo custode" di tutta la via Balbi di Rescaldina, strada e area verde che pulisce quotidianamente armato di scopa, guanti e paletta. "L'ordine è la mia vocazione"

Luigi Morelli pulisce ogni giorno il parco giochi, è il nonno di tutti i bambini
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Luigi Morelli, 79 anni, tiene pulita l’area giochi e tutta la via Balbi di Rescaldina.

Luigi Morelli, esempio di senso civico e amato da tutti i bimbi

Luigi Morelli ha 79 anni e abita nei palazzi di via Balbi. “Quando nel 1966 – ci racconta Morelli – sono arrivato in via Balbi, eravamo solo 10 famiglie». Tutto il quartiere conosce il signor Morelli: «È il nonno di tutti i bambini. È un punto di riferimento per noi, ci fidiamo, spesso gli chiediamo di sorvegliare i piccoli mentre giocano» afferma una mamma.
Luigi, così vuole che lo chiamiamo, fa tanto per la comunità e tutti apprezzano il suo prezioso contributo. Ogni giorno, armato di guanti, paletta e scopa, raccoglie i mozziconi delle sigarette, le cartacce e tutti i rifiuti che trova non solo nel parchetto, ma anche per tutta la via Balbi.
Ricordiamo che il parco giochi inclusivo di via Balbi è stato inaugurato mercoledì 20 febbraio dal vicesindaco Daniel Schiesaro: dai disegni dei bambini di quinta elementare, oggi in prima media, di Rescalda, è nato questo bellissimo progetto di giochi. Ora il parchetto è tutto colorato e dotato di scivoli, altalene e pavimentazione antitrauma. Successivamente verrà aggiunta una staccionata, la fontanella dell’acqua e una telecamera di videosorveglianza.
“Con il caldo arriveranno le zanzare, è necessario trovare un rimedio” commentano le mamme.
Abbiamo incontrato Luigi e abbiamo parlato del suo impegno quotidiano a favore di quest’area. “Il giorno dell’inaugurazione – spiega Morelli – mi sono svegliato all’alba e ho sistemato tutte le panchine. Prima di questo parchetto, c’erano solo uno scivolo e un’altalena, ma col tempo si sono rovinati. Spesso, mi sono occupato personalmente della manutenzione, aggiustando le attrezzature come potevo. Qui è pieno di bambini, era un peccato non vederli giocare. È da anni che portavo avanti questa battaglia senza ottenere risultati. Poi ho deciso di prendere bambini e genitori e portarli dal sindaco in persona. Volevamo solo una cosa: che i bambini potessero ritornare a giocare in sicurezza”.

“Pulire, per me, è come una vocazione”

Luigi ha le idee chiare: “L’ordine, per me, è come una vocazione, ce l’ho nel sangue – prosegue -. Sono nato a Ginestra, un piccolo comune di 700 abitanti in provincia di Potenza. A casa mia, le parole d’ordine erano tre: ordine, pulizia e duro lavoro. Mio padre aveva una fattoria e, nonostante fossimo quattro fratelli e due sorelle, lui capiva sempre quando ero io a fare un lavoro per l’attenzione che ci mettevo. Non sono mai riuscito a stare fermo; anche al mare mi annoiavo e andavo sugli scogli a prendere le cozze. Tutti i giorni faccio il possibile per tenere pulita la zona; mi capita di richiamare con un fischietto i bambini che si comportano male. Però, nella mia tracolla, ho sempre dei cioccolatini o dei biscotti per loro. A volte do a una mamma 10 euro e le dico di comprare il gelato a tutti”.
Luigi si ricorda di quando portava le nipoti a giocare al parchetto: “Ora sono grandi, hanno 22, 18 e 16 anni. Due settimane fa è morta mia moglie, Nerina; stare all’aperto, in compagnia, mi aiuta. Ho conosciuto Nerina in quinta elementare e, la prima volta che l’ho vista, ho subito deciso che l’avrei sposata. È stato difficile conquistarla, lei non voleva perché ero figlio di pastori ma, alla fine, ce l’ho fatta e il primo bacio me l’ha dato a 16 anni. Con lei ho avuto due figli: Michele e Maria Giovanna. Quando è rimasta incinta la prima volta, sono scappato qui al Nord perché non avevo un lavoro. Sono partito con la valigia vuota, senza risparmi. Devo tutto alla bontà delle persone che mi hanno aiutano: il postino, che mi ha donato un letto, delle sedie e diverse pentole, ma soprattutto il direttore dello stabilimento ‘Nuova italresina”’per cui ho lavorato 35 anni e che mi ha pagato il primo affitto”.
Aggiunge Morelli: “Ricordo al sindaco che sto aspettando la pinza per raccogliere i rifiuti. Con la schiena, purtroppo, faccio un po’ di fatica”.

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